E’ morto ieri all’età di 89 anni, il medico Giovanni Scarale, l’ultimo testimone della morte di Padre Pio
Nel 2018, durante la Veglia di Preghiera di Padre Pio, in collegamento con il sagrato della Chiesa di San Pio, eravamo insieme nella cella numero 1, e per lui era sempre una grande emozione ricordare quella notte tra il 22 e il 23 settembre, quando Padre Pio, bisbigliando le parole di “Gesù e Maria”, accasciò dolcemente il capo “sul suo avambraccio sinistro”, come amava ricordare.
Il racconto del medico Giovanni Scarale ultimo testimone della morte di Padre Pio
“Erano circa le ore due del 23 settembre 1968 quando a casa sentii squillare il telefono: era il dott. Sala, medico curante di P. Pio, che mi chiamava dal Convento dei Cappuccini. Con voce concitata mi disse di raggiungerlo immediatamente perché il Padre stava molto male, inoltre mi raccomandò di fare in fretta altrimenti non avrei più visto P. Pio vivo. Mi pregò di portare un aspiratore e tutto l’occorrente per l’assistenza respiratoria e per l’eventuale IOT (intubazione orotracheale)”.
Su suo suggerimento Sala chiamò il dott. Gusso, Direttore Sanitario della Casa Sollievo della Sofferenza. Il dottor Scarale si precipitò in Ospedale, dove prese l’aspiratore e l’occorrente per l’assistenza respiratoria quindi, con l’infermiere Pio Miscio, portò in fretta tutto l’occorrente dalla Casa Sollievo al convento dei cappuccini.
Sul piazzale della Chiesa incontrò il dott. Gusso. Insieme i tre entrarono nella cella di P. Pio: qui c’erano il dott. Sala, che aveva applicato a Padre Pio, un sondino nasale collegato ad una bombola di ossigeno, il Padre Superiore del Convento, Padre Carmelo ed alcuni frati: “Subito mi colpì il respiro superficiale ed il pallore del Padre: mi avvicinai, tolsi il sondino nasale e collegai il “va e vieni” alla bombola dell’ossigeno. Il Padre era seduto sulla sua poltrona e respirava ancora spontaneamente: mi disposi alle spalle e con la mano sinistra gli poggiai la maschera sul volto mentre con la destra controllavo il polso carotideo. Più volte invitai accoratamente il Padre a respirare profondamente, ma lui sembrava non prestare ascolto alle mie parole. Appariva distaccato da tutto ciò che lo circondava e con voce sempre più flebile sussurrava: “Gesù Maria, Gesù Maria” continuando a sgranare il Rosario con le dita della mano destra.
Ebbi l’impressione che tutta questa assistenza durasse un’eternità mentre, in effetti, si protrasse soltanto per dieci minuti. Poi, all’improvviso, il polso carotideo scomparve e la testa di Padre Pio si adagiò sul mio avambraccio sinistro. Senza alcun lamento il Padre spirò. Ci fu un attimo di smarrimento generale dopo di che tutti i presenti si precipitarono alla poltrona del Padre, mentre io e gli altri medici tentammo le manovre rianimatorie del caso, ma invano. Quindi adagiammo il Padre sul suo lettino. Nello sguardo di tutti si leggeva sgomento, tristezza, incredulità”.
Qualche mese fa è scomparso anche Pio Miscio, l’infermiere che accompagnò il medico e stette con lui fino alla morte di Padre Pio.
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