29 aprile
Caterina nasce a Siena il 25 marzo del 1347. Ventiquattresima di venticinque sorelle nate da Jacopo Benincasa, tintore, e Lapa di Puccio de’ Piacenti, appartenenti alla piccola borghesia. Sin da piccola manifestò la sua propensione alla vita religiosa: a sei anni le apparve Gesù in vesti maestose, da Sommo Pontefice, con tre corone sul capo ed un manto rosso e con accanto San Pietro, San Giovanni e San Paolo; a sette anni fece voto di verginità e preghiere, digiuni e penitenze costellavano la sua esistenza. Ridusse il cibo, abolì la carne, si nutriva solo di erbe crude e qualche frutto. Usava il cilicio. I genitori, però, volevano coniugarla.
Lei reagì senza timore: si tagliò i capelli, si coprì il capo con un velo e si chiuse in casa. Aveva 12 anni. I genitori dovettero cedere quando videro sul capo della ragazza in preghiera, una colomba. Nel 1363 vestì l’abito delle “mantellate”, dal mantello nero sull’abito bianco dei Domenicani emettendo i voti di obbedienza, povertà e castità. La sua “cella” di terziaria domenicana si fece cenacolo di artisti e di dotti, di religiosi, di processionisti, tutti più istruiti di lei. Li chiameranno “Caterinati”.

Caterina si avvicinò alle Sacre scritture anche se non sapeva leggere e al termine del carnevale del 1367 si compirono le mistiche nozze: tra Cristo e Caterina si stabilì un rapporto particolarissimo di intensa comunione, tanto d’arrivare ad uno scambio fisico di cuore. Lotte con il demonio, levitazioni, estasi, bilocazioni, colloqui con Cristo, il desiderio di fusione in Lui. Cristo viveva in lei. Amava i sacerdoti perché dispensatori, attraverso i Sacramenti e la Parola, della forza salvifica. Iniziò l’intensa attività caritatevole a favore dei poveri, degli ammalati, dei carcerati e soffriva per il male che dilagava nel mondo. In nome di Dio scriveva al Papa lettere intrise di forti ammonimenti e nello stesso momento intrise di materno sentire. Le iniziava con: «Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo».
Una Madre che pungola e invita alla Causa di Cristo cercando di promuovere la pace. Il 1° aprile del 1375, nella chiesa di Santa Cristina, ricevette le stimmate incruente. Nello stesso anno cercò di dissuadere i capi della città di Pisa e Lucca ad una sommossa contro il Papa. Venne chiamata a Roma dal papa Urbano VI dopo che una parte di cardinali si ribellarono dando vita allo scisma d’Occidente. Ma si ammalò e morì a soli 33 anni, il 29 aprile del 1380. Verrà canonizzata da papa Pio II e nel 1939 Pio XII la dichiarerà patrona d’Italia assieme a San Francesco d’Assisi. «Niuno Stato si può conservare nella legge civile in stato di grazia senza la santa giustizia»: queste alcune delle parole che hanno reso questa santa, patrona d’Italia, celebre.