05 maggio

Nunzio nasce a Pescosansonesco, in provincia di Pescara, il 13 aprile del 1817. A tre anni perse il padre, Domenico e, dopo qualche anno la madre Domenica Rosa. Nunzio venne affidato alle cure della nonna materna Anna Rosaria del Rosso, che abitava a Corvara, la quale si occupò della sua formazione religiosa, accompagnandolo a Messa tutte le mattine e insegnandogli a pregare il Rosario. Frequentò la scuola parrocchiale aperta dal parroco di Corvara. All’età di nove anni gli morì la nonna e Nunzio tornò a Pescosansonesco dove venne ospitato dal fratello della madre, lo zio Domenico Luciani, che lo impiegò come garzone nella sua officina di fabbro ferraio. Il lavoro era troppo pesante e un giorno, a causa di una consegna per conto dello zio, prese freddo e il mattino successivo si alzò con la gamba gonfia e la febbre alta. Lo zio lo costrinse, comunque, al lavoro e Nunzio accettò pensando che quella fosse la volontà di Dio. La malattia peggiorò. Venne ricoverato in ospedale ma le cure erano inefficaci. Ritornato all’officina, spesso andava a lavare la ferita alla fontana del paese e in molti, credendo che il ragazzo infettasse l’acqua, iniziarono ad evitarla. Nunzio, così, si recò in un’altra fonte in un luogo chiamato Riparossa e mentre si rinfrescava, recitava il Rosario.
Un altro zio, militare a Napoli, saputo del ragazzo, lo presentò al colonnello Felice Wochinger, che lo amò come un figlio. Lo fece ricoverare nell’ospedale di Santa Maria del Popolo, detto “degli Incurabili” e gli diagnosticarono un tumore osseo. Migliorato, Nunzio cominciò a visitare gli altri malati, specie quelli giovani come lui, li preparava a ricevere i Sacramenti, pregava con loro e li esortava a non disperarsi, perché, come spesso ripeteva, «Tutto il bene viene da Dio». Nacque in lui il desiderio di consacrarsi e riprese gli studi.
Il colonnello capì le sue intenzioni e gli presentò don Gaetano Errico, che aveva da poco fondato i Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria a Secondigliano, vicino Napoli. La sorella, però, cercò di dissuaderlo ma don Gaetano replicò: «Questo è un giovane santo e a me interessa che il primo a entrare nella mia Congregazione sia un santo, non importa se infermo». La malattia avanzò e Nunzio non poté fare l’ingresso. Iniziò ad indossare una specie di divisa fatta da gilet e pantaloni marroni, che fece benedire da un padre carmelitano. La sua capacità di offrire il proprio dolore colpiva chi gli stava vicino. Morì il 5 maggio del 1836, a diciannove anni. Venne beatificato da san Paolo VI il 1° dicembre del 1963, durante il Concilio Vaticano II. La sua canonizzazione è stata celebrata da papa Francesco il 14 ottobre 2018, durante il Sinodo dei Vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. La maggior parte dei suoi resti mortali è venerata nella chiesa di san Domenico Soriano a Napoli, in un’urna sotto l’altare maggiore, ma altre reliquie sono custodite nel santuario a lui dedicato, a Pescosansonesco.