Giuseppe, della stirpe del famoso re-pastore David, fu custode di Maria, indicato, come ci narrano i Vangeli apocrifi, dalla volontà del Signore come sposo per Lei attraverso il prodigio della fioritura del suo bastone.
Dio, cioè, ebbe bisogno di un uomo tutto terreno per realizzare il Suo progetto di dare al mondo l’immagine ideale di padre in una famiglia e scelse per questo proprio un umile falegname, un ”giusto”.
Si dice poco della sua figura forse perché Giuseppe visse in totale semplicità e in austero silenzio, di autentico lavoratore.
Egli difese la purezza di Maria e protesse la sua sposa da ogni possibile insidia. Pur non comprendendo il mistero che in Lei si stava compiendo, credette subito alla rivelazione dell’angelo e piegò il suo capo alla volontà del Signore, non allontanando la Donna in segreto, come aveva pensato di fare in un primo momento, ma sposandoLa, proteggendoLa e amandoLa per tutta la vita.
In questo progetto, con Lei si prese cura di Gesù e della Sua educazione, gli insegnò, com’era in uso a quel tempo, il su stesso mestiere, ma Gli lasciò in pieno la libertà di vivere la Sua missione, di predicare tra la gente per obbedire al Padre che sta nei Cieli.
Giuseppe morì prima che Gesù iniziasse la Sua vita pubblica…Finisce così il suo compito e la sua missione mentre inizia la parte più forte e drammatica della vita del Figlio.
Le pagine che narrano della morte di Giuseppe sono tra le più particolari dei Vangeli apocrifi per la carica tutta umana dei momenti descritti e, contemporaneamente, per l’altezza tutta divina che essi lasciano trapelare.
Giuseppe ha accanto a sé nell’estremo trapasso, Gesù e Sua madre Maria… una morte, la sua, dunque, che ha un privilegio unico, un accompagnamento possibile e riservato solo alla sua persona e alla sua storia.
E’ per questo che San Giuseppe è considerato protettore della buona morte e invocato con queste intenzioni in molte preghiere diffuse nella devozione popolare.
San Giuseppe è anche patrono dei lavoratori… le sue mani, infatti, conobbero le fatiche più dure. Fabbro e falegname, lavorò con il sudore della fronte il legno e il ferro, tra il caldo della fucina, la polvere della sega e della pialla, le scintille dell’incudine.
Saggio e prudente, ricco di belle virtù, fu maestro e guida per tutti, ma soprattutto per Gesù. Affrontò lunghi e faticosi viaggi per proteggere la sua famiglia…Betlemme, Egitto, Nazareth, Gerusalemme, proteggendo il bambino da ogni tipo di pericolo, lo sottrasse mirabilmente all’ira di Erode quando questi ordinò la strage degli innocenti.
Ma soprattutto amò Gesù come vero padre educandoLo con passione alla verità, alla giustizia e alla pace.
Colpisce molto il silenzio di Giuseppe…Egli non parla mai nei Vangeli. Il silenzio accompagna sempre le sue straordinarie virtù di sposo, di padre putativo, di lavoratore e di uomo di fede. Anche al momento in cui Giuseppe e Maria ritrovano Gesù nel tempio a discutere con i dottori, dopo che lo avevano smarrito a Gerusalemme, Giuseppe tace.
E’ Maria a pronunciare parole di ammonimento e insieme di ineguagliabile tenerezza. Ma quello di Giuseppe è un silenzio che parla…parla senza parole del suo essere, sempre e in ogni situazione, servo devoto e umile della volontà del Signore.