05 marzo
Ion nasce in Romania il 29 giugno del 1556, da una famiglia di agricoltori. Convinto che in Italia si trovassero i migliori cristiani del mondo, desiderò partire e i genitori, a 19 anni, glielo consentiranno. Dopo un lungo viaggio, arrivò a Bari quando aveva 22 anni ma non trovò quello che si aspettava così, nella Quaresima del 1578, andò a Napoli tra i cappuccini, dove, senza ricevere gli Ordini Sacri, venne accolto come fratello laico. Lasciato il nome nativo, diventa fra Geremia da Valacchia. Nella chiesa di Sant’Eframio Nuovo, a Napoli, resterà fino alla morte. Qui, sotto il dominio spagnolo, fra Geremia diventò il protettore della gente abbandonata, ebbe la capacità di soffrire con loro, raccoglieva cibo e vestiti per loro mentre di lui non si sapeva cosa mangiasse.

Quando non andava in giro per i poveri, si prendeva cura degli ammalati, i piagati, i paralizzati, i pazzi. Il suo servizio era accompagnato dalle preghiere che più delle altre amava: il Pater Noster e la Salve Regina. Gli affidarono fra Martino al quale nessuno si avvicinava per le piaghe: gli rimase accanto per quattro anni fino alla morte. Per la gente del posto fu un sollievo la sua morte mentre per Geremia no. Tra le lacrime dirà: «Povero fra Martino, era la mia ricreazione…». Al convento, andavano a trovarlo dotti, teologi e lui, con il suo italo-rumeno-napoletano, elargiva consigli. Morì il 5 marzo del 1625. Il suo saio venne cambiato sei volte perché continuamente tagliato dalla folla che andava a trovarlo per l’ultimo saluto. Papa Giovanni Paolo II lo beatificò nel 1983. I suoi resti mortali si trovano a Napoli nella chiesa dell’Immacolata Concezione.