18 aprile
Galdino nasce a Milano e figlio di piccoli nobili si avviò poi alla vita ecclesiastica. Nel 1160 è arcidiacono della cattedrale. Nel 1162 assistette alla distruzione della città ordinata dall’imperatore Federico I Barbarossa. Lui e l’arcivescovo si schierarono con Alessandro III, che venne eletto papa nel 1159 da una parte dei cardinali. Altri, invece, eleggevano il filo-tedesco, antipapa, Ottaviano de’ Monticelli col nome di Vittore VI.
Nel 1165 Galdino fu nominato cardinale e successe a Oberto sulla cattedra di Ambrogio. Nel 1167 incominciò la ricostruzione della città e uno dei protagonisti fu proprio Galdino. Riorganizzò la Chiesa in Lombardia, confermando la fedeltà al papa Alessandro III, e pianificò il soccorso a molti poveri. Fece ristrutturare vecchie strutture e parlando agli amministratori fece incidere sulla pietra: «Voi siete qui solo per servire i poveri». Con l’aiuto di donne milanesi che donavano i loro gioielli salvati dai saccheggi del Barbarossa, restaurò la cattedrale. Ricominciò ad insegnare le preghiere, a pretendere il canto degno di Dio e del suo popolo. Predicava senza stancarsi e, infatti, dopo un sermone tenuto nella chiesa di Santa Tecla, morì. Era il 1176.

In suo onore, insieme a quelli dedicati a sant’Ambrogio e a san Carlo, venne realizzato un arco che portava il suo nome, ma la scritta venne fatta sparire dal Governo perché il nome di Galdino troppo alludeva alle lotte di Milano, e di altre città lombarde, contro Federico I Barbarossa. Verrà proclamato santo dallo stesso papa Alessandro III. Il suo nome sarà ricordato da Alessandro Manzoni nei “Promessi Sposi” dove, il frate cercante è fra Galdino e per molto tempo, a Milano, il pane dei poveri si chiamava “pane di San Galdino”.