Credo che Giovanni Paolo II sia stato il “segno dei tempi”. Il segno che rimane del suo pontificato è il seme che sta già germogliando: la speranza di cui l’umanità ha bisogno.
Così Roberto Bignoli, indiscusso e riconosciuto leader della Cristian Music Italiana ed Europea, ha dichiarato ai microfoni di Radio Padre Pio nel corso del programma “Di Terra e di Cielo”.
Roberto, stiamo vivendo momenti di grande angoscia e sofferenza per la perdita di un uomo straordinario, ma anche di speranza e grande riconoscenza per quello che ha fatto per il mondo intero.
Tutta la storia di Giovanni Paolo II è stata una incredibile testimonianza evangelica e questa serenità trova conferma nelle sue ultime parole rivolte ai giovani di tutto il mondo: “Vi ho cercato e siete venuti” e nel suo essere cosciente che stava per iniziare una nuova avventura, un nuovo viaggio celestiale. Grazie al dono della fede sappiamo che il Santo Padre non ci ha abbandonati. Dal cielo, sicuramente contribuirà a darci una mano nel nostro cammino quotidiano.
Quante volte hai incontrato il Santo Padre?
Il primo incontro che ho avuto è stato nel 1986. Rimasi colpito perché ebbi l’impressione di conoscerci da sempre. La sua accoglienza, il suo sorriso autentico mi colpirono moltissimo. Lì percepii qualcosa di molto particolare….direi soprannaturale. Ho trovato conferma poi negli incontri successivi del 191, 1995 e del 1996 alla vigilia della giornata mondiale dei giovani. Mi ritengo fortunato di aver incontrato, come tutti lo stanno definendo, il “grande uomo” di questo secolo, colui che ha saputo in maniera concreta incarnare il messaggio cristiano.
Volendo racchiudere in una serie di immagini questo suo pontificato, qual è la foto più bella che conserverai per sempre?
Una delle foto più belle e che ha colpito tutti è questo impatto fortissimo con i giovani.Non ricordo di aver visto un uomo nella storia che abbia saputo toccare il cuore di milioni di giovani. Ricordo, inoltre, che una “fetta” di questi giovani non appartengono a gruppi ecclesiali, movimenti,parrocchie….ma sono giovani “lontani” che sono rimasti affascinati dalle parole di quest’uomo, dalla sua semplicità e dall’autenticità che ha saputo trasmettere a tutti i giovani del mondo. Lo stiamo riscontrando proprio in questi giorni….centinaia di giovani provenienti da ogni parte del mondo, vicini e lontani, stanno raggiungendo piazza San Pietro per portare l’ultimo omaggio e saluto al “Papa dei giovai” così come è stato definito. Nel cuore dei giovani c’è un bisogno profondo di autenticità e di una testimonianza forte cristiana, la stessa che il Santo Padre ha saputo dare in tutti questi anni di Pontificato. Un’altra foto bella che ricorderò per sempre è la sua attenzione straordinaria verso i portatori di sofferenza. Anch’io lo sono e non mi vergogno a dirlo. Il Santo Padre anche a noi ci ha insegnato ad annunciare, nella vita quotidiana, con serenità l’amore di Cristo. In questo modo ha saputo dare un’idea, non solo mediatica, ma anche concreta, fotografica della presenza di Cristo reale nella vita di tutti i giorni. Credo che Giovanni Paolo II sia stato “il segno dei tempi”. Il segno che rimane del suo pontificato è il seme che sta già germogliando: la speranza di cui l’umanità ha bisogno. Con il suo esempio, Giovanni Paolo II, ci ha ricordato che siamo tutti figli di Dio, ricchi e poveri, sani e malati, un popolo che comunque è invitato a guardarsi negli occhi per aiutarsi gli uni con gli altri, con amore evangelico. La sua eredità consiste che, così come ha fatto lui, è arrivato il momento di prenderci per mano, senza guardare al colore della pelle o ceto sociale, per poter costruire il mondo della solidarietà, dell’amore e della speranza.
Roberto, che cosa diresti a Giovanni Paolo II e che non hai mai avuto occasione di dire?
Gli avrei detto semplicemente Ti voglio bene….. Ti voglio bene perché ogni qual volta che ti ho incontrato tu mi hai dato la forza per andare avanti. E’ come se lui, benedicendomi, mi avesse detto: questa è la tua strada…nonostante le mille difficoltà, sofferenze, rifiuti…. Ti voglio bene non come un capo della Chiesa, ma come un papà che non ho mai avuto. Ho avuto una famiglia difficile….non so cosa significhi avere un padre o una mamma. Giovanni Paolo II è stato per me un padre spirituale, quel padre “grande” che mi ha sempre aiutato e continuerà ad aiutarmi in questo cammino.