“Seguo con preoccupazione l’aumento delle tensioni che minacciano di infliggere un nuovo colpo alla pace in Ucraina e mettono in discussione la sicurezza nel Continente europeo, con ripercussioni ancora più vaste. Faccio un accorato appello a tutte le persone di buona volontà, perché elevino preghiere a Dio onnipotente, affinché ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana, più che di interessi di parte. Chi persegue i propri scopi a danno degli altri, disprezza la propria vocazione di uomo, perché tutti siamo stati creati fratelli. Per questo e con preoccupazione, viste le tensioni attuali, propongo che mercoledì prossimo 26 gennaio sia una giornata di preghiera per la pace”. Lo ha annunciato Papa Francesco, domenica scorsa 23 gennaio, subito dopo l’Angelus e tutti hanno accolto il suo invito perché la pace dipende da noi.

Già in uno dei primi messaggi per la Giornata Mondiale della Pace, quello del 1° gennaio 1974, Paolo VI diceva: “la pace dipende anche da te”. La preoccupazione del Papa per “i venti di guerra” che soffiano tra la Russia e l’Ucraina diventa di tutti e solo con la preghiera costante e sentita si potrà allontanare la minaccia di questa tragedia.

In un mondo in cui tutto è esageratamente connesso, occorre trovare la rete giusta di collegamento nella preghiera, per potere diventare responsabili gli uni degli altri e operatori di pace e riconciliazione.
Per essere tutti fratelli.