«Il rispetto della libertà religiosa nel mondo continua a diminuire e i cristiani sono ancora il gruppo religioso maggiormente perseguitato», è quanto emerge dalla XII edizione del Rapporto sulla Libertà Religiosa nel Mondo della Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, presentato a Roma lo scorso 4 novembre. Nato nel 1999, il Rapporto, fotografa il grado di rispetto della libertà religiosa in 196 Paesi, analizzando le violazioni subite dai fedeli di ogni credo e non solo dai cristiani. «La libertà religiosa è per sua stessa natura un diritto da garantire a chiunque – scrive nella prefazione del volume Paul Bhatti, già ministro federale pachistano per l’Armonia nazionale e gli affari delle minoranze e fratello di Shahbaz Bhatti, il ministro per le minoranze ucciso nel 2011 – e, considerata la situazione di moltissimi gruppi religiosi, il Rapporto ci obbliga a guardare con nuovi occhi a questo diritto fondamentale, che è condizione imprescindibile di ogni società libera e giusta».
Redatto da giornalisti, esperti e studiosi, il Rapporto prende in esame il periodo compreso tra l’ottobre 2012 e il giugno 2014. «Dei 196 paesi analizzati – si legge nel comunicato – in ben 116 si registrano violazioni della libertà religiosa, ovvero quasi il 60%». Inoltre, sono stati rilevati cambiamenti in 61 Paesi, ma soltanto in sei di questi – Cuba, Emirati Arabi Uniti, Iran, Qatar, Taiwan e Zimbabwe – questi cambiamenti hanno portato ad un miglioramento della situazione. Quest’anno il Rapporto si accompagna al Focus sulla Libertà Religiosa, una pubblicazione di 32 pagine che, oltre ad una panoramica generale sui dati emersi dall’analisi, contiene una graduatoria che suddivide i Paesi in quattro categorie in base al grado di violazione della libertà religiosa: elevato, medio, preoccupante, lieve. La classifica è stata realizzata prendendo in considerazione gli episodi di violenza a sfondo religioso e indicatori diversi quali il diritto alla conversione, a praticare la fede, a costruire luoghi di culto e a ricevere un’istruzione religiosa. «In totale – si legge nel Focus – 20 Paesi sono stati identificati come luoghi in cui c’è un “elevato” grado di violazione della libertà religiosa, e in 14, tra questi 20 Paesi, la persecuzione dei credenti è legata all’estremismo islamico». I Paesi in questione sono: Afghanistan, Arabia Saudita, Egitto, Iran, Iraq, Libia, Maldive, Nigeria, Pakistan, Repubblica Centrafricana, Somalia, Sudan, Siria e Yemen. Sempre dal Focus emerge che negli altri sei paesi, ovvero Azerbaigian, Birmania, Cina, Corea del Nord, Eritrea e Uzbekistan, la persecuzione religiosa è perpetrata dai regimi autoritari. Una condizione drammatica sembra essere quella dell’Iraq, dove, secondo Pascale Warda, fondatrice della Società Irachena per i Diritti Umani e già Ministro iracheno per le politiche migratorie, «la libertà religiosa così come conosciuta in Occidente e proclamata dal Concilio Vaticano II, non esiste». L’ex Ministro ha messo in evidenza numerose discriminazioni ai danni delle minoranze, a cominciare dalla conversione forzata all’Islam dei minori appartenenti a minoranze religiose – sancita dal codice civile – in caso anche solo uno dei genitori decida di abbracciare la religione islamica. Il volume rileva, inoltre, anche altre tendenze preoccupanti, quali l’aumento dell’intolleranza religiosa e dell’ateismo aggressivo in Europa Occidentale; il crescente analfabetismo religioso delle classi politiche occidentali; il numero allarmante di episodi anti-semiti nel Vecchio Continente. Ulteriore novità dell’edizione 2014 sono le analisi continentali di studiosi ed esperti sulla situazione della libertà religiosa in Africa, America Latina, Asia, Europa Occidentale, Medio Oriente, Russia e Asia Centrale.
Come è nata la devozione di Papa Francesco per Padre Pio?
Nel 1928, fu il cappuccino ligure, padre Antonio Durante (morto in concetto di santità nel 1970), a portare, in Argentina,...