Tenace, perseverante, umile. Sono queste le caratteristiche di chi prega, secondo papa Francesco. Le ha elencate, riferendosi a tre parabole del Vangelo secondo Luca(CCC, 2613), nella catechesi odierna che si è tenuta nuovamente nella Biblioteca del Palazzo Apostolico Vaticano. “Se noi non preghiamo, non avremo la forza per andare avanti nella vita. La preghiera è come l’ossigeno della vita. La preghiera è attirare su di noi la presenza dello Spirito Santo che ci porta sempre avanti. Per questo, io parlo tanto sulla preghiera”.
L’insegnamento evangelico è di pregare sempre, anche quando tutto sembra vano, anche se il cielo si offusca. L’orazione del cristiano, ha aggiunto il Papa in questa quattordicesima catechesi sul tema, va di pari passo con la fede. Ma anche la fede talvolta sembra un’illusione, una fatica sterile; praticare la preghiera significa anche accettare questa fatica. “Tanti santi e sante hanno sperimentato la notte della fede e il silenzio di Dio, e sono stati perseveranti. In queste notti della fede, chi prega non è mai solo”.
Gesù non è solo testimone e maestro di preghiera, è di più. Egli ci accoglie nella sua preghiera, perché noi possiamo pregare in Lui e attraverso di Lui. Questa è l’opera dello Spirito Santo, maestro di orazione.
Nel saluto ai fedeli di lingua francese, Francesco ha ricordato che oggi, in alcuni Paesi, si celebra la memoria di coloro che sono morti nelle guerre. “Possa la nostra preghiera per tutte le vittime della violenza nel mondo incoraggiarci ad essere strumenti di pace e di riconciliazione”, l’auspicio.
Al termine dell’udienza, ha rinnovato la sua vicinanza alle vittime di ogni abuso, e l’impegno della Chiesa per sradicare questo male.