Si celebra il 6 gennaio di ogni anno, festa dell’Epifania del Signore, la Giornata Mondiale dell’Infanzia Missionaria una grande celebrazione e festa, un tempo forte che aiuta a riflettere sull’educazione alla comunità e al legame con tutti i ragazzi cristiani nel mondo. Ai microfoni di Radio Padre Pio abbiamo ospitato Padre Giuseppe Buono, missionario del PIME (Pontificie Opere Missionarie) il quale ci ha spiegato il significato di questa giornata celebrata proprio al termine delle festività natalizie.
Padre Giuseppe concludiamo queste feste natalizie con un sguardo particolare rivolto a tutti i bambini del mondo con la Giornata Mondiale dell’Infanzia?
In occasione di questa festa vorrei innanzitutto invitare tutti i radioascoltatori di andare con la preghiera in quei luoghi colpiti dal terribile maremoto – terremoto, dove centinaia di bambini innocenti hanno perso la propria vita a causa di questa immane tragedia.In passato sono stato diverse volte in quei luoghi e mi fa paura pensare allo spettro di una tragedia che ha colpito queste popolazioni e in modo particolare i bambini. Pensando alla Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria (POIM) che celebra il 6 gennaio, solennità dell’ Epifania, la Giornata Mondiale dei bambini, il mio pensiero va a questi bambini che non potranno ma più festeggiare nulla. Sono cifre spaventose. Al PIME di Napoli, dove risiedo, in questi giorni stanno arrivando tantissime telefonate di persone che hanno aderito con la propria solidarietà al movimento di adozione missionaria, con 60 mila bambini adottati e un gran numero vivevano proprio nelle zone più colpite. La domanda che ci rivolgono è sempre la stessa: “Il bambino che abbiamo adottato è vivo?” . Non sempre riusciamo o possiamo dare una risposta positiva….Le notizie di ritrovo o decesso dei bambini ci vengono confermati momento per momento… ma noi continuiamo a pregare e a sperare insieme con i genitori adottivi.
Per alcuni anni ho diretto in Italia la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria e vi assicuro che la mia esperienza di uomo – sacerdote si è arricchita nel momento in cui ho imparato a “chinarmi” sulle necessità dei bambini, sull’infanzia fin troppo abbandonata. Nel momento in cui dedichiamo la nostra attenzione ai bambini, garantiamo un futuro migliore all’umanità.
È bello considerare la Pontificia Opera dell’Infanzia missionaria come un immenso coro, formato dai bambini di tutto il mondo che cantano insieme il loro “eccomi” a Dio con la preghiera, con il loro entusiasmo e con l’impegno concreto. E questo da ben 160 anni da quando mons. Charles De Forbin Janson, Vescovo di Nancy decide di rivolgersi proprio ai ragazzi per chiedere loro di aiutare i bambini della Cina. Ma perché proprio il 6 gennaio?
Verso la metà del secolo scorso il Vescovo della diocesi di Nancy, Auguste de Forbin-Janson, dopo un suo viaggio missionario prima nelle Indie e poi negli Stati Uniti d’America e Canada, prende a cuore la lotta contro l’infanticidio in alcuni Paesi orientali. Cerca allora di promuovere aiuti affinché non soltanto venga assicurata a migliaia di bambini la grazia del battesimo, “in articulo mortis“, ma perché siano ospitati e accolti in asili, dispensari, scuole senza più alcuna discriminazione di classe sociale. Il Vescovo è consapevole che gli stessi bambini possono fare qualcosa aiutandosi reciprocamente e, dopo l’incontro con Pauline-Marie Jaricot nel 1842 vede confermata la sua intuizione iniziale: “Salvare l’infanzia per mezzo dell’infanzia“.
La data scelta si ricollega al bambino Gesù che riporta immediatamente alla situazione dei bambini. Dio che si fa bambino e soffre il freddo, soffre la non accoglienza e la freddezza del cuore umano che ci riporta immediatamente alla situazione di tanti bambini non accolti e non amati, poveri e abbandonati a se stessi. Ricordiamo, inoltre, che fu proprio Pio XII a volere questa celebrazione nel periodo natalizio.
In occasione di tale festa in che modo si organizza la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria?
La Pontificia, come ogni anno, ha preparato un sussidio che è stato inviato alle varie diocesi che in collaborazione con le parrocchie organizzano celebrazioni, manifestazioni culturali e di solidarietà, spettacoli…ognuno mette in gioco la propria fantasia….l’importante è sensibilizzare.
Ovviamente si tratta soprattutto di una sensibilizzazione alla preghiera e in modo particolare si cerca di sensibilizzare i bambini. L’obiettivo, sin dalle origini, della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria è racchiuso in questo slogan: “aiutare i bambini con i bambini”. Sono i bambini che si devono rendere conto della sorte di tanti loro coetanei sparsi in tutto il mondo che vivono situazioni di estrema povertà. Sono, quindi, i bambini che devono essere formati a questa sensibilità che poi li aiuterà per tutta la vita. In tutto ciò, credo che la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria, ha un valore pedagogico davvero straordinario.
Padre Giuseppe soffermiamoci sul tema scelto: “Pane di Dio, pane per tutti i ragazzi”.
Lo slogan è stato scelto in relazione all’Anno Eucaristico che stiamo celebrando. L’Eucarestia è pane spezzato donato a tutti noi. Il pane spezzato rappresenta il mio corpo, la mai attenzione, la mia vita condivisa con gli altri…l’Eucarestia ci rimanda a questa solidarietà… Non è possibile essere in comunione con il Corpo e con il Sangue di Cristo se prima non sono in comunione con tutti gli atri fratelli del mondo e in modo particolare con i più vulnerabili, con i più bisognosi e cioè i bambini. Solo condividendo il pane, cioè la vita, con tutti gli altri ci permetterà di celebrare degnamente la bellissima Festa dell’Epifania.