E’ iniziata la novena di preghiera in preparazione alla quarta festa liturgica e il 37° anniversario del “Beato Transito” di San Pio da Pietrelcina. Tele Radio Padre Pio, come ogni anno, segue con particolare attenzione questo evento importante per tutta la nostra emittente. Ma non solo… Attraverso testimonianze di coloro che hanno conosciuto Padre Pio abbiamo la possibilità di approfondire la vita e di conoscere le meraviglie che l’umile frate di Pietrelcina ha fatto e continua a fare. Nel corso del programma “Speciale Di Terra e Di Cielo” abbiamo ospitato padre Antonio Rungi, Superiore Provinciale della Provincia Campania – Basso Lazio, Teologo Moralista e Vice Presidente del Cism Campania. Padre Antonio era un ragazzino quando ha conosciuto Padre Pio ma nel corso degli anni la sua devozione e cresciuta sempre più come ci viene confermata dalla testimonianza che vi proponiamo.
Padre Antonio in che periodo ha conosciuto Padre Pio?
Ogni anno, in più di qualche circostanza, con mia madre e mio fratello, andavamo a far visita a Padre Pio. Partivamo da Airola, in provincia di Benevento, dove sono nato, nella prima nottata per ritrovarci a San Giovanni Rotondo e partecipare alla messa di Padre Pio. In pullman allora, parlo dal 1958 in poi, per raggiungere San Giovanni ci volevano varie ore di viaggio. Erano sacrifici enormi soprattutto per noi bambini. Ma la gioia di incontrare Padre Pio, il frate delle stimmate, che si conosceva benissimo in famiglia e nel nostro Paese, era immensa. La mia nonna, da parte paterna, faceva cognome Forgione, come padre Pio, e risulta una lontana parentela con la famiglia di Padre Pio. Ricordo i nostri arrivi a San Giovanni. Padre Pio in genere stava in sacrestia e ci aspettava e poi, quando vedeva noi bambini, riusciva sempre ad accoglierci con affetto di padre. Subito dopo rivolgeva un affettuoso rimprovero alle nostre madri. Era solito dire: “Dove li portate queste piccole creature…” Ci abbracciava, ci stringeva a se. Tra i ricordi più belli che mi sono rimasti impressi c’è quello della sua predizione che sarei diventato sacerdote.
In che senso?
Fu in una delle visite annuali, quando ero piuttosto grandicello. Avevo circa 12 anni. Avevo ricevuto il sacramento della Prima Comunione ad 8 anni e frequentavo ad Airola i Francescani, le Monache Clarisse ed i Passionisti. Durante un colloquio personale, nel corso della confessione, mi disse che sarei diventato sacerdote, senza dirmi però in quale Congregazione ed istituto. Allora frequentavo sia i francescani ed i passionisti, ma conoscevo anche i Cappuccini di Arienzo. Quindi posso dire di aver respirato l’area del francescanesimo fin da piccolo. Poi il Signore mi ha chiamato alla vita consacrata tra i Passionisti, tra i quali sono entrato 41 anni fa, di cui 30 di vita sacerdotale.Durante il periodo di formazione ho continuato a far visita a Padre Pio fino alla sua morte. Dopo la morte e la stima di santità che già godeva ho continuato a frequentare da solo, con i confratelli passionisti, con parenti e conoscenti San Giovanni Rotondo. Tranne qualche anno, sono sempre venuto, nel silenzio e nell’anonimato, a San Giovanni Rotondo per una visita a Padre Pio, prima venerabile, poi beato ed ora santo. Ho celebrato varie volte nel santuario e nella cripta insieme al altri confratelli sacerdoti. Ho visitato varie volte il convento ed i luoghi di Padre Pio. Conosco perfettamente bene Pietrelcina, città natia di Padre Pio, che è a pochi chilometri da Airola. Tra i ricordi ci sono le sante messe celebrate da padre Pio alle quali partecipavo da piccolo e da giovane seminarista passionista. Messe che sono rimaste fissate nella mente e soprattutto nel profondo del mio cuore alle quali mi ispiro nelle mie celebrazioni quotidiane.
Che ricordo hai oggi di Padre Pio?
Di Padre Pio conservo un ricordo sereno, bello, rilevante da un punto di vista spirituale, che ha indirizzato le mie scelte di vita consacrata. Tutti in famiglia mi ricordano che ero una ragazzo vivace, ma intelligente e perspicace, dalla carica umana straordinaria. Quindi nessun si aspettava che diventassi passionista. Evidentemente i disegni di Dio erano diversi. Ma sicuramente la frequentazione del Convento dei Passionisti di Monteoliveto di Airola ha contribuito a tale mia scelta. Ai miei direttori spirituale e formatori parlavo spesso della figura di Padre Pio. Quasi tutti i passionisti conoscevano allora questo santo religioso con le stimmate, molto vessato da varie autorità, ma comunque ritenuto santo. Si parlava del suo carattere, del suo modo di rapportarsi alla gente, soprattutto quando notava cose che non andavano nella vita interiore, spirituale e morale delle persone che si rivolgevano a lui, anche tra i sacerdoti e le anime consacrate. Ma la coscienza di trovarsi davanti ad un santo già in vita era evidente non solo tra i popolo di Dio, ma anche tra i suoi figli spirituali. Tra questi figli spirituali, come un po’ tutti allora i pellegrini, c’era la mia mamma ed anche il mio papà. Oggi sono entrambi defunti, ma ci hanno trasmesso una devozione speciale a padre Pio e noi figli l’abbiamo conservata e mantenuta viva. Oggi porto con me la sua immagine con la piccola reliquia incastrata in essa.
Hai anche scritto delle cose su Padre Pio.
A padre Pio ho dedicato un Rosario con preghiere particolari recitate in varie circostanze. Ho scritto tantissimo su di lui sui giornali, sulle riviste. Qualche articolo è stato pubblicato anche sulla Voce di Padre Pio. Ho diffuso il culto mediante le preghiere, il Rosario, la celebrazione delle ricorrenze particolari della vita di Padre Pio in varie zone della Campania e tuttora, nonostante i molteplici impegni e l’ufficio delicato che ricopro, uno spazio speciale nella mia vita di religioso passionista è rivolto a questo grande santo. Un santo “passionista” pur essendo dell’ordine francescano. Tutta la sua vita è stata una vera “passione” per il Signore, soprattutto crocifisso. Le varie esperienze di sofferenza, di emarginazione, lo stesso dono delle stimmate vanno lette con questa speciale attenzione di Gesù Crocifisso a questa anima eletta.
Che rapporto esiste tra Padre Pio e i padri passionisti?
Padre Pio ha avuto molta stima dei passionisti, soprattutto di alcuni che egli conosceva direttamente o per sentito dire. Alcuni dei sui figli spirituali, per particolari esigenze li indirizzava a passionisti di provata virtù e stimati per la santità e la stima che godevano presso il popolo di Dio. Dalla Campania infatti, soprattutto nel dopo guerra, partivano le missioni popolari per evangelizzare la gente dopo il dramma della seconda guerra mondiale e l’avvento di nuovi sistemi di pensiero e di politica atei ed anticlericali. Quindi a Padre Pio giungevano anche le notizie sul bene spirituale che i passionisti facevano in ogni luogo ove predicavano. Da qui la reciproca stima che padre Pio aveva e godeva presso i passionisti della mia Provincia. Ancora oggi molti religiosi parlando della loro diretta conoscenza di Padre Pio (religiosi di età avanzata) parlano della loro positiva esperienza fatta nell’incontrare Padre Pio, nel confessarsi da lui, nel accogliere i suoi consigli. Sono questi alcuni dei ricordi che in questo momento mi sovvengono per presentare quest’umile frate in occasione di questo novenario in preparazione alla sua festa liturgica. Sono riconoscente a lui perché ha segnato il mio cammino vocazionale e ancora oggi mi accompagna da cielo nel mio ministero e nei molteplici impegni a servizio della Chiesa, della Congregazione dei Passionisti, della Provincia dell’Addolorata, dei fedeli. In ogni mia predicazione il richiamo a Padre Pio non manca quasi mai, per presentare ai fedeli un testimone credibile del Vangelo nel secolo passato, ma talmente vivo nella coscienza di tutti, compresa la mia, che ho avuto la gioia di conoscerlo personalmente.