Il 1° gennaio di quest’anno si è celebrata la 57^ Giornata Mondiale della Pace. La comunità cristiana si è stretta con la preghiera intorno al Santo Padre chiedendo a tutti gli uomini di buona volontà e, in modo particolare, ai Capi di Stato e di Governo di tutte le Nazioni di promuovere la pace.
Nel Suo Messaggio intitolato “Intelligenza artificiale e pace”, il Papa ha ribadito la necessità di porre la scienza e la tecnica al servizio della pace. In particolare, ha focalizzato la sua attenzione sulle cosiddette “Intelligenze Artificiali”, tecnologie informatiche che potrebbero favorire un miglioramento globale del livello di vita dell’intero pianeta ma solo a condizione che le loro finalità siano conformi ai principi dell’etica cristiana. Il Papa auspica che l’informatica rimanga una scienza amica dell’uomo e attenta a soddisfare i suoi bisogni materiali e non diventi invece un pericoloso strumento di controllo e di potere in mano a pochi. In tal caso, le nuove tecnologie digitali potrebbero “rappresentare un rischio per la sopravvivenza e un pericolo per la casa comune”.
Facendo proprio questo messaggio, la Comunità di Sant’Egidio si è raccolta ieri in Piazza San Pietro a Roma per ascoltare le parole del Santo Padre alla recita dell’Angelus ed invocare l’intercessione della Vergine Maria a sostenere l’impegno di essere Operatori di Pace. La Comunità ha organizzato per l’occasione la manifestazione “Pace in tutte le Terre” a cui il Papa ha rivolto il suo personale ed affettuoso saluto. Sono stati esposti numerosi cartelli con i nomi di tutti quei Paesi in cui sono ancora in corso guerre e conflitti: Ucraina, Terra Santa, Libano, Afghanistan, Nord del Mozambico, Libia, Sud Sudan, Mali, per citarne alcuni. A questi e a tutti i fratelli coinvolti nelle guerre, gli operatori di Sant’Egidio hanno manifestato la loro amicizia e solidarietà.
Le guerre non vanno dimenticate. Quelle in corso alle porte dell’Europa (Ucraina e Terra Santa) sono molto più “seguite” dalla stampa internazionale ma rappresentano solamente la punta di un iceberg. La parte sommersa è invece molto più consistente con numerosi conflitti armati che, svolgendosi prevalentemente in zone povere, disagiate e lontane dai riflettori europei, non ricevono dai mass-media analoga attenzione. Secondo quanto riportato dall’Uppsala Conflict Data Program (UCDP), un programma di raccolta di dati bellici provenienti dall’Università svedese di Uppsala, sarebbero oltre 170 i conflitti armati in atto nel mondo. E il numero delle vittime starebbe inesorabilmente aumentando essendo passati da 120.000 nel 2021 ad oltre 238.000 nel 2022 con un incremento del 97%. Già Papa Francesco nel 2014 aveva coniato – per questa miriade di conflitti disseminati nel mondo – l’espressione di “Terza Guerra Mondiale a pezzi”, quasi a voler significare che stiamo di fronte ad un gigantesco mosaico fatto di violenza, odio e devastazione le cui tessere si stanno progressivamente fondendo. Conflitti disseminati, spesso dimenticati ma collegati tra loro in quanto a cause, responsabilità, effetti e rischi di propagazione. Il mondo sta lentamente progredendo verso una nuova guerra mondiale? Non si può escluderlo a priori soprattutto quando, in questi conflitti, sono coinvolte Nazioni quali Russia o Israele dotate di armi nucleari micidiali. Per questo motivo, è necessario da parte dei Capi di Stato di tutte le Nazioni promuovere la pace. Con le armi di cui l’uomo oggi dispone, una escalation di odio e di violenza porterebbe all’autodistruzione del genere umano e all’annichilimento del Creato.
Ognuno deve opporsi a questo incubo di morte perché, indipendentemente dal proprio credo religioso, ogni essere umano ha l’obbligo di conservare la “casa comune”. Nella Sua Enciclica “Laudato sì” del 2015, Papa Francesco propone una preghiera (interreligiosa) di cui è bello riportare alcuni passi: “Dio onnipotente, […] riversa in noi la forza del tuo amore affinché ci prendiamo cura della vita e della bellezza. Inondaci di pace, perché viviamo come fratelli e sorelle senza nuocere a nessuno”. E ancora: “Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa, a contemplare con stupore, a riconoscere che siamo profondamente uniti con tutte le creature nel nostro cammino verso la tua luce infinita”. E infine: “Sostienici, per favore, nella nostra lotta per la giustizia, l’amore e la pace”.
Con l’invocazione “Pace in tutte le Terre”, la Comunità di Sant’Egidio ha espresso a Roma e in diverse altre città, la profonda convinzione che solo con la pace il mondo sarà più giusto e più bello per tutti. È questo il senso degli auguri di un Buon 2024: che il nuovo anno porti pace!