“Tutto quello che c’è in me è del mio Amato, a lui devo tutto; non si pensi che io ami un altro né si pensi che io desideri che altri si compiacciano di me, perché io sono e sarò sempre del mio Amato…”: queste parole, descrivono bene il cuore della vita consacrata: per questo vogliamo riproporle in occasione della giornata del 2 febbraio, quando, nella ricorrenza della festa della Presentazione del Signore, ogni diocesi è invitata a ringraziare Dio per il dono di consacrati e consacrate alla Chiesa e al mondo“. Si apre così il Messaggio per la 12ª Giornata mondiale della vita consacrata, diffuso dalla Commissione Episcopale per il Clero e la Vita consacrata. Ai microfoni di Radio Padre Pio ne abbiamo parlato con Don Alberto Lorenzelli, Presidente Nazionale della CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori) di cui vi proponiamo alcuni stralci.
Don Alberto qual è il tema centrale di questa giornata?Credo che, come ogni anno, il ricordo della giornata della vita consacrata metta in evidenza la scelta primaria che tutti i consacrati hanno fatto, ossia quella di offrire la propria vita a Dio. Ecco che il messaggio stesso indica il primato di Dio: ogni consacrato deve essere prima di tutto esperto di Dio vivendo la propria vocazione con un messaggio e una testimonianza credibile al mondo di oggi.
Nel testo del messaggio si fa cenno anche al discorso di Papa Benedetto XVI ai Superiori e alle Superiore Generale del 22 maggio 2006,nel corso del quale il Sommo Pontefice disse: “…Appartenere al Signore vuol dire essere bruciati dal suo amore incandescente, essere trasformati dallo splendore della sua bellezza… Essere di Cristo significa mantenere sempre ardente nel cuore una viva fiamma di amore” Una grande responsabilità e un grande impegno, una grande missione … Certamente! Credo che per tutti i religiosi e per i consacrati fondamentalmente anche questa indicazione del Papa ci richiama fortemente all’esperienza della Pentecoste quando quel fuoco ardente che il Signore fa scendere sulla testa di Maria e dei discepoli, è lo stesso fuoco che deve scendere nei cuori di ciascuno di noi. Ardere significa essere bruciati dall’amore di Dio per sperimentare quella passione che riesce a coinvolgere e a dare un senso a tutta la vita di un consacrato. Per un consacrato è importante avere ben chiaro l’obbiettivo per cui ha scelto di dedicare tutta la sua vita a Dio e mai dimenticare che c’è una fiamma che brucia di grande compassione per l’umanità che è sempre in cerca di testimoni in grado di testimoniare il carisma dei propri fondatori i quali hanno saputo leggere la realtà del tempo, del proprio territorio, dell’umanità e che sono più che mai attuali…Il religioso e il consacrato che non riesce a dare Dio agli altri da troppo poco…Allora ecco che questo bruciare dell’amore di Dio significa consegnare quel Dio che si vive, quel Dio che si è scelto, quel Dio che ha preso dimora in noi ed è il centro della nostra stessa vita.
Ancora un passaggio tratto dal messaggio: “… Gesù Cristo è la luce per eccellenza, il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche di luci vicine, di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata.“. La giornata della Vita Consacrata non solo ci invita a ringraziare il Signore per il dono delle vocazioni, ma anche a chiedere che la Chiesa sia formata da cristiani impegnati che sappiano essere per gli altri, per se stessi e per i consacrati dei punti di riferimento solidi, veri, autentici… La proposta che viene fatta è di una Chiesa – Comunione. Dove si respira e si vive questo grande scambio di ricchezze spirituali che in ogni vocazione il Signore pone nel cuore di ciascuno. Ai consacrati questo essere luce che traspare di testimonianza parte prima di tutto da quel primato di Dio di cui parlavamo prima. Il secondo elemento è la testimonianza evangelica perché i voti, la consacrazione che le consacrate e i consacrati hanno fatto rappresentino per tutti dei fati di luce. E’ necessario riscoprire e rilanciare quelle scelte fondamentali della nostra vita: il voto di obbedienza, povertà e castità. Il terzo elemento è il dono della comunione perché i consacrati e le consacrate testimoniano che è possibile vivere in relazione con gli altri. Non ci siamo scelti… E’ il Signore che ci ha scelti e ci ha messo insieme per farci rivivere l’esperienza della prima comunità cristiana. Vivere quest’esperienza significa maturare la ricchezza dell’amore di Dio tra fratelli che si incontrano, che si amano, che si correggono fraternamente,che si perdonano , che sanno lavorare anche insieme per l’amore di Dio e per la stessa comunità. Oggi, tutta questa ricchezza viene presentata dai tanti movimenti ecclesiali, movimenti laici…ma anche singole persone che con un rinnovamento costante contribuiscono a realizzare questa Chiesa – Comunione. Questa Chiesa – comunione ha in fondo un unico obbiettivo: la santità. La testimonianza più grande che possiamo dare è un cammino di conversione, di impegno, di preghiera che ci porta alla santificazione. La Parola di dio dice che noi siamo già santi…ma è una santità che va ogni giorno arricchita, nutrita, rinnovata, incoraggiata…Abbiamo tanti esempi di consacrati, consacrate, cristiani che hanno saputo vivere in maniera straordinaria l’esperienza ordinaria di ogni giorno dando un messaggio luminoso alla Chiesa e lasciando in eredità un testamento che oggi diventa una grande sfida: vivere come loro questa esperienza di vita cristiana.
Un augurio a tutti i religiosi e le religiose in occasione di questa 12ª Giornata mondiale della vita consacrata Approfitto di questa occasione per salutare i religiosi e le religiose di tutta Italia per il grande lavoro che offrono, per questa vitalità che esprimono e per questa presenza capillare in tutto il territorio italiano. Essi esprimono la grande ricchezza e la grande tradizione religiosa e spirituale dei nostri fondatori. Viviamo un giorno di santità senza mai distogliere la nostra attenzione dall’obbiettivo principale della nostra vocazione: giungere e far giungere alla santità.