Il grande evento del Pranzo di Natale con cui la Comunità di Sant’Egidio si prepara a festeggiare il Natale in Italia e nel mondo è ormai alle porte. Sono ormai oltre 40 anni che Sant’Egidio, con i suoi volontari, organizza, grazie al sostegno economico di benefattori e donatori, il Pranzo che il 25 dicembre vede raccolti, intorno ad un’unica tavola – senza distinzione tra chi serve e chi è servito – poveri, senza dimora, anziani e rifugiati. Una minoranza silenziosa, spesso invisibile agli occhi di chi, più fortunato, dispone di ogni bene anche effimero se non addirittura inutile. La carità fondata sull’amore che, unendo gli uomini tra loro e con Dio, offre ai più bisognosi non solo “aiuto materiale ma anche ristoro e cura dell’anima, un aiuto spesso più necessario del sostegno materiale” (Benedetto XVI, Enc. “Deus Caritas Est”, 26b, 2005), è il nucleo portante con cui la comunità ecclesiale viene incontro a chi ha più bisogno di aiuto. Ed il Natale rappresenta senz’altro il suo momento fondante ricordandoci che Dio si prende cura dell’uomo facendosi piccolo e povero per manifestare a tutti la sua infinita misericordia. “È la sfida di Natale: Dio si rivela, ma gli uomini non lo capiscono. Lui si fa piccolo agli occhi del mondo e noi continuiamo a ricercare la grandezza secondo il mondo, magari persino in nome suo. […] Gesù nasce per servire e noi passiamo gli anni a inseguire il successo. Dio non ricerca forza e potere, domanda tenerezza e piccolezza interiore”. Così ricordava Papa Francesco nell’Omelia della Messa della Notte di Natale del 2021. “Accogliere la piccolezza significa ancora una cosa: abbracciare Gesù nei piccoli di oggi. Amarlo, negli ultimi, servirlo nei poveri. Sono loro i più simili a Gesù, nato povero. Ed è in loro che Lui vuole essere onorato”.
Con questo spirito natalizio Sant’Egidio si prepara all’abbraccio con i poveri di tutto il mondo che vedrà il suo momento culmine nel pranzo allestito nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. Lì verranno accolti “gli amici di Sant’Egidio”, fratelli poveri e bisognosi di aiuto, a cui verrà servito, con piatti e posate compostabili, il menù tradizionale del Natale (lasagne, polpettone, lenticchie, dolci natalizi). A tutti verrà poi donato un regalo personalizzato un po’ come accade tradizionalmente in ogni famiglia in questo giorno di festa.
Analoga iniziativa verrà attuata in un centinaio di città italiane, con 80mila persone sedute a tavola, e in una settantina di paesi del mondo (oltre all’Europa, anche in Asia, Africa e America) con 250mila invitati. Chi lo desidera potrà contribuire a questa grande festa che celebra l’abbraccio con i poveri del mondo utilizzando il numero solidale 45586 (attivo fino al 26 dicembre).
Con l’iniziativa “Natale. Aggiungi un posto a tavola”, la Comunità di Sant’Egidio vuole rilanciare al mondo intero un forte messaggio di pace e di speranza in un tempo segnato da guerre e crisi umanitarie che stanno creando morte e sofferenze fisiche, economiche e sociali di ogni tipo. In tal senso, l’iniziativa del Pranzo di Natale si affianca alle altre che Sant’Egidio ha già in corso da tempo quale ad esempio quella dei corridoi umanitari, che hanno portato in Italia in maniera legale oltre 7000 profughi, o quella a favore dei carcerati per mitigare il loro isolamento e la loro emarginazione. E proprio nei confronti dei carcerati è prevista – per il 26 dicembre – la distribuzione di lasagne e regali a tutti i detenuti dei due carceri romani di Regina Coeli e Rebibbia.
Facciamo nostro l’invito di Gesù: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti” (Luca 14, 12-14). E nell’attuarlo, da veri cristiani, ci sentiremo senz’altro più felici.