“Non è facile oggi dire cosa avrebbe scritto Indro Montanelli su questa guerra. Di una cosa però sono sicuro: avrebbe ragionato con la sua testa. Rispettando tutte le posizioni, si sarebbe messo a scriverne parlando con se stesso, in quel suo cogitare continuo: era un suonatore solista”.
Giorgio Torelli ricorda il principe dei giornalisti in un’intervista rilasciata a ‘Mattino dieci’ in occasione della pubblicazione del suo libro ‘Il Padreterno e Montanelli’, edito da Ancora.
“Montanelli, che si definiva cattolico non credente, faceva di Dio un punto fisso e ricorrente della sua vita. Avrebbe tanto desiderato la fede, ma alle sue condizioni: con ricevuta di ritorno. Lui, così abituato ad alzare il telefono e parlare con chi volesse, soleva dire: ‘se c’è un aldilà, non sarà il Padreterno a chiedermi perché non ho creduto, ma sarò io ad esigere spiegazioni da Lui’. E non era solo una battuta, o una spacconata, perché mi confessò che se avesse ricevuto il dono della fede… ‘allora sarei laggiù, nel fondo della trappa!’ E’ stato un insonne. Anche se si è congedato da questa terra declinando ogni benedizione, nessuno può sapere i suoi ultimi pensieri. Io, che sono stato suo amico ed ho lavorato con lui per tanti anni, credo che l’incontro tra il Padreterno e Montanelli ci sarà, in virtù del suo amore per la verità, della sua onestà intellettuale, delle tante giuste battaglie che ha condotto. Ed infine, oso dire che una persona così non poteva essere indifferente a Dio”.
Nel libro, aperto da un succoso ritratto del personaggio, Torelli aggiunge alla sua speranza una serie di ricordi ed opinioni da parte di tanti diversi testimoni, dal cardinale Ersilio Tonini a Luca Goldoni, da Navarro Valls a Carlo Maria Giulini, e la stragrande maggioranza degli interpellati pensa che l’Eterno Padre si sia finalmente lasciato intervistare.
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