La storia di Santa Maria Goretti ci offre tanti spunti per una meditazione profonda. Questa bimba di soli dodici anni che difende la Sua purezza a prezzo della vita, oggi, in questo nostro diverso momento storico, lancia ancora un monito alle nostre coscienze: quale il vero senso e significato dei valori morali? Cos’è veramente un valore? Un qualcosa da decantare con bellissime parole o un "credo" da custodire e difendere fino anche alla possibilità di morire per questo? La storia di una famiglia povera quella di Luigi e Assunta Goretti con i loro cinque figli, di cui la nostra "Marietta" è la primogenita. In un tempo scandito dal ritmo delle stagioni con giornate trascorse in cristiana rassegnazione nel duro lavoro dei campi che sembra non voler concedere spazio agli affetti matura nei coniugi la decisione di emigrare dal paese natio, il piccolo Corinaldo delle Marche, una mattina all’alba con il solo saluto di una campana. Senza mezzi di fortuna, sorretti solo dal coraggio e dalla speranza, puntano su Ferriere di Conca, a pochi chilometri da Nettuno, e si stabiliscono al Casale di Cascina Antica, un luogo sperduto nell’Agro Pontino. Alla fanciulla santa spetta il compito di assistere i fratellini più piccoli e la casa perché i genitori sono assenti per l’intera giornata, dall’alba fino alla sera per il loro lavoro in campi lontani. Una famiglia compatta, con sani principi in cui il gioco delle relazioni è armonico nonostante la miseria, le difficoltà della vita e la traumatica e prematura morte del padre che segna di dolore e di ulteriori problemi il piccolo nucleo di affetti. Nello stesso luogo un’altra famiglia, anch’essa di povera gente condannata al duro lavoro della terra, quella di Alessandro Serenelli, l’aggressore e assassino di Maria, che non si piegherà alle pressanti richieste che attentano alla Sua purezza nonostante la minaccia di un coltello. Lo stesso luogo, lo stesso lavoro, la stessa miseria, ma una famiglia molto diversa, in cui non aleggiano gli stessi valori. Marietta mormora prima di morire il 6 luglio 1902: "Per amore di Gesù gli perdono e voglio che venga con me in Paradiso". Ma la forza trasformatrice del Suo "credo" non si ferma qui: il giovane Alessandro, condannato all’ergastolo, rimane per otto anni violento e insensibile, ma un giorno sogna Maria in un bel giardino che gli porge un fiore. C’è in quel sogno un messaggio destinato a cambiare completamente la vita dell’ergastolano. C’è un messaggio di perdono. Dopo ventisette anni, per buona condotta, Alessandro viene graziato e, ormai in pace con Dio e con gli uomini, si ritira in un convento, dove rimane fino al giorno della sua morte.
Un valore, quello di Santa Maria Goretti, difeso fino alla morte, ma anche, e soprattutto, un perdono che è esempio incredibile di Misericordia, testimoniata come capacità di amare, oltre ogni senso di umana giustizia, anche il proprio assassino fino a toccarne e trasformarne l’anima. Maria Goretti venne canonizzata il 24 giugno dell’Anno Santo 1950 da Papa Pio XII: il Suo corpo viene esposto ai fedeli oggi, 25 novembre, in concomitanza della chiusura della Porta Santa della Cattedrale di Latina quale esempio di Misericordia che è perdono e amore oltre i limiti della comune logica umana.