Carlo Campanini è stato uno dei protagonisti dell’avanspettacolo, della cinematografia italiana e della tv tra gli anni ’40 e ’70. Indimenticabile spalla di Walter Chiari, Carlo Campanini rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per tanti giovani comici.
Soprannominato il “sacrestano di Padre Pio” per la sua grande devozione al Santo di Pietrelcina, è sepolto nel cimitero di San Giovanni Rotondo, dove ogni anno, suo figlio Benvenuto, si reca per pregare. Con lui abbiamo ricordato la figura e la fede di questo grande attore.
Benvenuto Campanini ci racconti come suo padre ha conosciuto Padre Pio?
Papà si trovava a Foggia nel lontano 1939 con Pietro Amendola. (padre dell’attore Ferruccio Amendola n.d.r.) All’epoca giravano l’Italia con l’avanspettacolo e, non so come, avevano sentito parlare di questo frate che godeva della fama di santità e si recarono a San Giovanni Rotondo per incontrarlo.
Era il periodo pasquale e Padre Pio soffriva in modo particolare.
Chiese “Chi siete?” e papà rispose “Siamo due poveri attori” e lui disse con un atteggiamento di grande sofferenza: “Siamo tutti poveri”.
Io ho sempre accostato l’incontro con Padre Pio all’inizio della attività cinematografica di papà, che iniziò proprio in quell’anno e che portò avanti con grande continuità e passione.
In questo vedo un progetto del Signore e l’intercessione di Padre Pio che continua ad accompagnare la nostra famiglia, in ogni momento. Sentiamo questa grande devozione per il padre. Papà ci ha lasciato questo grande messaggio di fede.
Torniamo a quel lontano 1939, anno dell’incontro di Carlo Campanini con Padre Pio. Di conseguenza anche la vita della vostra famiglia è cambiata?
Sì senz’altro. Per fortuna tutti noi figli abbiamo seguito il cammino di fede di papà.
Padre Pio è sempre stato il nostro punto di riferimento, un padre spirituale sempre presente nella nostra famiglia, è stato il mezzo che ci ha avvicinato a Dio. Manteniamo questa grande devozione e veniamo spesso da lui a ricaricarci spiritualmente e rivivere quelle esperienze che abbiamo vissuto quando venivano con papà e mamma, anche lei una donna di grande fede.
C’è un episodio particolare della sua vita che vuole raccontarci?
Una volta, da ragazzo, Padre Pio mi cacciò via dal confessionale dicendomi:“Tu questo peccato l’hai confessato già due volte allo stesso confessionale a Roma!”.
Io, credendo di fare il furbo, mi confessavo a Roma e arrivavo qui come un angioletto. E quella volta Padre Pio mi diede prova che mi stava leggendo nell’anima, io non pensavo minimamente che potesse accorgersi che mi ero già confessato e mi cacciò via.
Padre Clemente, una frate dell’epoca, mi disse “Non preoccuparti l’assoluzione te la do io. Padre Pio fa queste cose quando si rende conto che il soggetto è un po’ refrattario a capire”. E quella volta fui portato ad approfondire un po’ di più le mie responsabilità e fu un piccolo passo in avanti nel mio cammino di fede.
Carlo Campanini ha portato la figura di Padre Pio nel mondo dello spettacolo. Come è stato accolto?
Alcuni attori hanno seguito l’esempio di papà e sono venuti a San Giovanni Rotondo di persona per incontrare Padre Pio. I grandi nomi dello spettacolo, come Totò e Walter Chiari, non sono mai venuti da Padre Pio ma quando sapevano che papà era reduce da un viaggio a San Giovanni Rotondo,chiedevano sempre, s’interessavano e credo che qualcosa avrà seminato in queste persone.
Qual è il ricordo più bello che ha di suo padre?
Risale a qualche giorno prima della sua morte, quando andai a trovarlo in ospedale, lo ricordo bellissimo e sereno. Lo sentii così fraterno e umano, nonostante lui a volte fosse burbero, nascondeva una grande umanità. Lo ricorderò sempre così: testimone di una fede straordinaria.