Affermato autore e compositore, ha scritto circa 500 canzoni, interpretate da artisti famosi quali: Mina,Ornella Vanoni, Gianni Morandi, Amedeo Minghi, Ivana Spagna. Si tratta di Marcello Marrocchi (nella foto) compositore e autore del brano “Un uomo venuto da lontano dedicato a Giovanni Paolo II. Nel corso del programma “Di Terra e di Cielo” è stato nostro ospite e ci ha raccontato le sue emozioni e il suo legame con il Sommo Pontefice.
Marcello Marrocchi hai raggiunto un traguardo importante, con il brano “Un uomo venuto da lontano” il primo video clip con papa Giovanni Paolo II. Raccontaci come è nata questa canzone. Questa canzone, alla quale tengo in modo particolare, vuole essere con presunzione la storia dell’uomo più grande di questo secolo… raccontata in 4 minuti. Nata nel pensiero il giorno che gli hanno sparato, terminata anni dopo…Ricordo che quel giorno ho pianto…Ho pianto perché… sparare ad un uomo buono come Giovanni Paolo II per me è allucinante… Non riuscivo a capire. Il mio dolore si è trasformato in lacrime e poi il Signore ha voluto che questo mio dolore diventasse una canzone. Nel 2000 mi sono messo in contatto con Amedeo Minghi, gli ho parlato di questo progetto perché desideravo che l’omaggio al Papa arrivasse da un cantante già affermato. E’ iniziato un rapporto di collaborazione che ci ha permesso di far conoscere “Un uomo venuto da lontano in tutto il mondo e che il Papa ha apprezzato tantissimo. Di questo ringrazio il Signore perché è suo il merito se sono riuscito a tradurre in musica il mio affetto per il Sommo Pontefice
Ricordiamo che non è stato l’unico lavoro musicale che tu hai realizzato per il Santo Padre? In effetti non è stato l’unico. Un giorno ho ricevuto la telefonata del Cardinal Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Nel corso di questa telefonata mi fu chiesto di scrivere una canzone in occasione dell’incontro di Giovanni Paolo II con tutti i sacerdoti che, con lui, festeggiavano il 50° anniversario di sacerdozio. Era il 12 ottobre del 1996. Per questa occasione realizzai una canzone dal titolo: “Hai scelto me” e la cantai con cento Legionari di Cristo. Quella sera fui l’unico cantante a fare gli omaggi al Sommo Pontefice con cinquemila sacerdoti che erano arrivati da tutto il mondo. Credo che questo sia il massimo per ogni cristiano… provare, almeno una volta, l’emozione di stare alla presenza del Papa…per me è stato il regalo più grande. Mentre mi avvicinavo a lui per salutarlo, il Papa, pur sofferente, si è alzato in piedi per accogliermi e ringraziarmi. In questa suo gesto semplice si intuisce la grandezza e l’umiltà di questo grande Papa. Probabilmente un altro al suo posto non l’avrebbe fatto. Il ritornello della canzone dice: “A te Santo Padre, grazie a nome di tutto il mondo…roccia della nostra fede adesso sei tu.. Queste parole trovano conferma nelle sue parole che rivolse a tutti i sacerdoti presenti: “Il Sacerdozio è un dono, “un mistero che supera l’uomo”. Il Sacerdote è l’uomo dell’Eucarestia, è un uomo di preghiera”.
Marcello secondo te qual è l’immagine più bella del Pontificato di Giovanni Paolo II? La sua certezza nell’annunciare la verità. Non si è mai “venduto” per portare avanti il suo apostolato. In tutti gli umani eventi, ha saputo trasmettere la sua certezza nella fede e ha insegnato a tutti che l’unico uomo che si è donato per l’umanità è stato Cristo, morto e risorto per noi. Giovanni Paolo II, così come Padre Pio e Madre Teresa di Calcutta hanno rappresentato l’incarnazione di Cristo. L’uomo, quando trova l’incarnazione di Cristo, apre le braccia e si fida completamente….Perché i giovani hanno tanto amato Giovanni Paolo II? Secondo te solo perché era in grado di stare con loro, solo perché gli piaceva stare in compagnia dei giovani….Non credo… Sono convinto del fatto che i giovani amano Giovanni Paolo II perché durante tutto il suo pontificato, allargando le sue braccia ripeteva: “Ragazzi, Cristo è la vita; Lui vi salva e vi guida, fidatevi di Lui, aprite le porte a Cristo; spalancate le porte al Signore della vita….non seguite la cultura della morte. In questi giorni abbiamo visto come migliaia di giovani in profonda preghiera, raccoglimento e con tanti lacrime hanno portato il proprio omaggio all’amico dei giovani. I giovani hanno sete di Dio… il mondo ha sete di Dio ed aspetta solo qualcuno che abbia il coraggio di proporglielo nella sua vera veste. I giovani hanno amato Giovanni Paolo II perché Lui ha saputo sprigionare l’amore di Cristo per tutti. L’insegnamento che ci ha lasciato in eredità ci ricorda che siamo sentinelle della nostra vita e sentinelle dei nostri fratelli.