"Maschio e femmina li creò": questa espressione, contenuta nel capitolo secondo del libro della Genesi, è stata al centro della catechesi odierna di papa Francesco, in una piazza San Pietro gremitissima e assolata. Il Papa ha riflettuto sull’impossibilità dell’uomo di vivere senza la donna, in un contesto che, ai primordi della creazione, lo vedeva signore del creato e, quindi, vertice dell’opera di Dio. "Quando finalmente Dio presenta la donna, l’uomo riconosce esultante che quella creatura, e solo quella, è parte di lui: «osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne» (2,23). Finalmente c’è un rispecchiamento, una reciprocità".
"La donna", ha quindi sottolineato il Papa, "non è una “replica” dell’uomo; viene direttamente dal gesto creatore di Dio. L’immagine della “costola” non esprime affatto inferiorità o subordinazione, ma, al contrario, che uomo e donna sono della stessa sostanza e sono complementari, anche hanno questa reciprocità. E il fatto che – sempre nella parabola – Dio plasmi la donna mentre l’uomo dorme, sottolinea proprio che lei non è in alcun modo una creatura dell’uomo, ma di Dio. E anche suggerisce un’altra cosa: per trovare la donna e possiamo dire per trovare l’amore nella donna, ma per trovare la donna, l’uomo prima deve sognarla e poi la trova”.
Il Papa ha così concluso al catechesi in italiano: “La custodia di questa alleanza dell’uomo e della donna, anche se peccatori e feriti, confusi e umiliati, sfiduciati e incerti, è dunque per noi credenti una vocazione impegnativa e appassionante, nella condizione odierna. Lo stesso racconto della creazione e del peccato, nel suo finale, ce ne consegna un’icona bellissima: «Il Signore Dio fece all’uomo e a sua moglie tuniche di pelle e li vestì» (Gen 3,21). E’ un’immagine di tenerezza verso quella coppia peccatrice che ci lascia a bocca aperta: la tenerezza di Dio per l’uomo e per la donna. E’ un’immagine di custodia paterna della coppia umana. Dio stesso cura e protegge il suo capolavoro”.