Per la prima volta in Europa, L’Oro dell’Anima un’esposizione articolata delle straordinarie icone del Museo Tretyakov di Mosca: 50 capolavori, dal ‘300 al ‘800, provenienti dalla collezione di arte sacra russa più importante al mondo, sono in mostra nello Spazio Viterbi a Bergamo fino al 14 giugno 2009. Ai microfoni di Tele Radio Padre Pio ne abbiamo parlato con il prof. Nando Noris, che ha curato l’allestimento della mostra.
“L’originalità della mostra L’Oro dell’Anima
consiste nel fatto che essa non si limita a presentare un percorso monotematico ma è stata progettata su diversi assi di lettura. Abbiamo, prima, uno sviluppo per cui le opere documentano un lungo periodo, dal sec. XIV al XIX, definibile come l’età d’oro della produzione del genere. Un arco di tempo estremamente ampio che consente una ricca e significativa documentazione sullo specifico dei canoni che i vari secoli hanno adottato o diffuso. Poi abbiamo uno sviluppo geografico. Infatti, la selezione in mostra rivela l’ampia provenienza territoriale delle icone esposte. Esse sono espressione dei vari centri e delle varie scuole regionali: Novgorod. Pskov, Mosca, Tver’, Nord della Russia, Rostov, Jaroslavl’, ognuna delle quali ha fondato, nel tempo, una scuola iconografica con particolari caratteri estetici, pittorici e compositivi, nell’alveo di una tradizione costante.Abbiamo uno sviluppo storico perché alcune icone rivelano la contemporaneità di eventi storici che si sono svolti in concomitanza con la loro realizzazione: ad esempio Deposizione delle Veste di Cristo nella cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca; le vicende dei due principi Boris e Gleb, figli del santo Principe Vladimir, martirizzati dal fratello adottivo e poi canonizzati nel 1071; Il Santo zarevič Dimitrij di Uglič fatto uccidere da Boris Godunov. E scorrendo il racconto che la cronologia delle icone propone, è possibile intravedere lo svolgimento dei grandi e piccoli avvenimenti della storia degli antichi territori russi. Si giunge così, ad uno sviluppo tematico e molto vari e dettagliati gli argomenti di contenuto. Abbiamo ad esempio La Vita di Cristo , Resurrezione di Cristo-Discesa agli inferi, Trasfigurazione, Crocifissione… Tra le iconografie più frequentate dalla pittura sacra russa, vi è quella della Madre di Dio. A Bergamo se ne potranno ammirare vari tipi, dipinti in epoche diverse. Le icone più venerate erano ripetute numerose volte, ma le copie rielaborate dai vari artisti indagavano nuovi limiti sviluppando l’immagine della Madonna verso nuove forme di espressione stilistica. Ad esempio, l’icona della Madre di Dio di Jaroslavl risalente alla seconda metà del XV secolo, appartiene al tipo tradizionale della Tenerezza. Le figure della Madre e del Bambino sono tratteggiate da una linea di rara bellezza per la sua perfezione grafica. Il disegno impeccabile e la linea precisa e sottile rendono questa icona un eccellente prodotto dell’arte moscovita, nella quale gli studiosi vedono echi della tecnica di Andrej Rublev (1360-1430), il maggiore pittore russo di icone. In mostra si presenta anche un’icona dal soggetto raro La deposizione della veste di Cristo nella Cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca. Si può affermare che questa è una opera originale di genere storico, poiché rappresenta un fatto reale della storia russa, come la consegna della reliquia cristiana nel 1625 al patriarca Filarete e allo zar Michail Fedorovic che, per lo stato russo rivestì un’enorme importanza sia spirituale che politica. La mostra, che resterà aperta fino il 14 giugno, permetterà quindi di farsi un’idea della profondità spirituale e dell’importanza estetica della cultura antico russa in prospettiva storica”.