Il 18 agosto del 1958, a 13 mesi e 4 giorni della sua Ordinazione Sacerdotale, padre Pietro Santoro giunse a San Giovanni Rotondo per assistere alla celebrazione della Santa Messa di Padre Pio.
Sulle frequenze di Radio Padre Pio abbiamo ospitato padre Pietro, per anni posto alla guida della Provincia camilliana Sicula – Napoletana e attualmente superiore della Casa dei Camilliani di Palermo, il quale è stato il primo a conoscere dallo stesso Padre Pio la sua devozione per san Camillo De Lellis.
Padre Pietro come nacque l’idea di arrivare a San Giovanni Rotondo per partecipare alla Santa Messa presieduta da Padre Pio?
Accettai l’invito di un mio amico sacerdote. Siamo partiti il 17 agosto del 1953, in tarda serata, per arrivare alle 4,30 del mattino successivo. All’inizio fui un po’ perplesso. Chiesi come mai era necessario partire così presto. Mi fu risposto che Padre Pio era solito celebrare molto presto.
Arrivammo a San Giovanni Rotondo, in tempo per partecipare alla santa Messa celebrata da Padre Pio sul piazzale dinanzi alla nuova chiesa dove era stato preparato un altare.
La prima cosa che mi colpì furono i tanti fedeli, numerosi e silenziosi, che circondavano come un grande abbraccio quell’altare.
Dopo pochi minuti arrivò Padre Pio accompagnato dai suoi confratelli.
Notai il grande fervore con il quale padre Pio celebrava. Io ero stato appena ordinato sacerdote per cui arrivai anche con un pizzico di curiosità. Ma quella Messa mi ha talmente colpito interiormente….iniziai a ringraziare il Signore per il dono del sacerdozio e chiesi a Lui di aiutarmi ad amare sempre più il mio sacerdozio.
All’epoca la santa Messa veniva celebrata ancora in latino ….però Padre Pio era sempre rivolto al popolo. Il momento più cruciale fu proprio quando Padre Pio pronunziò l’Agnus Dei….Il suo volto si chinò sull’altare e mi dava l’impressione dell’Agnello immolato che riceve il colpo del coltello.
In quel momento capii che tra Padre Pio e quell’Ostia vi era soltanto una distanza fisica perché tutto il resto era unito da un legame spirituale così profondo e mistico che nessun uomo, filosofo, scienziato, teologo…potrà mai spiegare o descrivere.
Non ho pianto solo perché sono una persona orgogliosa…ma quella Messa non potrò mai dimenticarla.
Allora il mio desiderio fu quello di potermi incontrare con lui. Volevo ad ogni costo parlare con lui e baciare le sue mani trafitte. Lo attesi ad una passaggio obbligato vicino alla salettina dove riceveva alcune persone in modo particolare. Ho aspettato per circa 30 minuti.
Ed eccolo, lo vidi giù in fondo alla scala che si accingeva a salire. Mi vide e sorridente, mentre saliva, esclamò: “Ecco un Camilliano” . Poi avvicinandosi e porgendomi la mano da baciare, mi disse: Da dove vieni ?” “Dalla Sicilia Padre”,risposi.
E Lui, accarezzandomi la testa riprese:”Questo Siciliano… lo sa Padre – riprese P. Pio – lo sa che io sto alla cella n. 5 occupata un tempo da san Camillo?” – era la cella degli ospiti – “Sì”, risposi. E Lui: “Ma non sa una cosa!… che san Camillo la abitò una sola notte e si fece santo… ed io che vi abito da trenta anni sono ancora un povero diavolo…”e scoppiò in una fragorosa risata, mentre ridandomi la mano da baciare mi salutò dicendo: “preghi per me…”, e andò via.
Quale è il legame che lega san Camillo De Lellis a Padre Pio?
Il legame è innanzitutto il fatto che entrambi hanno vissuto nella cella n°5. Quando Padre Pio arrivò a San Giovanni Rotondo era molto sofferente e proprio in quella stanza iniziò a respirare piccoli momenti di tranquillità e benessere. Credo che abbia sperimentato l’intercessione di san Camillo De Lellis. Poi ricordiamo la sua forte dedizione alla penitenza e l’amore al crocifisso. Sono gli stessi amori che ardevano in San Camillo De Lellis. Per san Camillo, il crocifisso rappresentava il suo convento spirituale. Padre Pio,invece, fu trasformato in un crocifisso vivente da Dio.
Lei ha avuto la possibilità, per ben 14 volte, di portare a San Giovanni Rotondo la reliquia del cuore di san Camillo in occasione della ricorrenza della sua conversione che viene celebrata il 2 febbraio. Cosa provava ogni volta che ritornava a San Giovanni Rotondo?
Per me è come se fosse stata sempre la prima volta. Non esisteva più, però, quel desiderio forte di incontrarlo poiché attraverso la preghiera riuscivo ad avvertire la sua presenza.
Le racconto un episodio!
Quando il giornalista annunziò che era morto Padre Pio…per me fu un grande dolore. La notte successiva sognai di trovarmi a San Giovanni Rotondo e nel sogno parve di vedermi impegnato a confessare in un luogo che per me era sconosciuto.L’anno successivo, il giorno in cui fu ripercorso il transito di padre Pio, terminata la funzione tutti, ovviamente, andarono via. Io ritenni opportuno fermarmi ancora per aiutare nelle confessioni. Chiesi allora il permesso a padre Pellegrino. In un primo momento la risposta fu negativa, tenendo presente l’orario, ma poi mi mandò a confessare nello stesso confessionale che io avevo visto un anno prima nel mio sogno. Tuttavia non diedi peso alla cosa più di tanto. In mattinata arrivò un uomo, singhiozzando, il quale desiderava confessarsi. L’uomo mi raccontò che dieci anni prima era stato da Padre Pio per confessarsi e il Padre gli ha sempre negato l’assoluzione e lo invitò a ritornare dopo dieci anni alle ore 10:00. Spontaneamente mi ritrovai a guardare l’orologio e con grande stupore mi accorsi che erano proprio le ore 10:00 del 23 settembre. Con grande emozione gli diede l’assoluzione in nome di Dio perché è Lui che perdona e anche perché Padre Pio certamente l’avrebbe fatto. Sono anche sicuro che Padre Pio è stato vicino a quell’anima. Da quel giorno, gran parte del mio apostolato sacerdotale lo trascorro nel confessionale”
Tra pochi minuti saremo collegati con la Cripta di San Pio da Pietrelcina per partecipare al Santo Rosario.
Un pensiero da parte sua da dedicare a tutti i nostri radioascoltatori.
Padre Pio a volte si limitava a guardare gli infermi con un sorriso, senza aggiungere nessuna parola.
Che cosa vuol dire il sorriso? Vuol dire forse che Dio ci castiga? No, assolutamente…..
Il sorriso sta a significare che Dio ci ama…anche se siamo stati colpiti dalla malattia. E’ proprio la malattia che ci unisce a Cristo Crocifisso. Non vi scoraggiate! Invocate Padre Pio, ma con la corona del Rosario in mano.Benedico tutti e ripeto: coraggio!