
L’ultimo rapporto ISTAT del 2022 rileva che oltre 5,6 milioni di italiani (quasi il 10% della popolazione!) si trovano in condizione di “povertà assoluta” ovvero nell’incapacità di sostenere le spese per la casa, gli alimenti, l’istruzione o l’assistenza sanitaria. Questa situazione, già di per sé molto difficile, è destinata ad acuirsi ulteriormente a causa dell’aumento dei prezzi legata all’inflazione.
“Non distogliere il tuo volto dai poveri”: così il Santo Padre si è rivolto al mondo in occasione della VII Giornata Mondiale dei Poveri celebrata il 19 novembre scorso. Ed è estremamente significativo che in questo Messaggio Papa Francesco abbia citato Papa Giovanni XXIII: «Ogni essere umano ha il diritto all’esistenza, all’integrità fisica, ai mezzi indispensabili e sufficienti per un dignitoso tenore di vita, specialmente per quanto riguarda l’alimentazione, il vestiario, l’abitazione, il riposo, le cure mediche, i servizi sociali necessari».
Povertà non significa solo bisogni materiali. I poveri hanno anche fame di affetto. “I nostri poveri non hanno bisogno della nostra pietà o compassione. Hanno bisogno del nostro amore comprensivo e del nostro rispetto” così sintetizzava il Suo pensiero Santa Madre Teresa di Calcutta dopo aver vissuto per oltre 30 anni “al servizio dei poveri più poveri”. Ed il Natale è il momento in cui la Chiesa, annunciando al mondo il mistero del Figlio di Dio che si fa carne, si avvicina di più ai più bisognosi. Gesù nasce in una mangiatoia “al freddo e al gelo”, riscaldato dal bue e dall’asinello ed adorato dai pastori. Non palazzi eleganti e riscaldati, non potenti della storia. “E’ nella mangiatoia di Betlemme – afferma Papa Francesco nell’omelia della Notte di Natale di quest’anno – il segno, non casuale, con cui Cristo entra nella scena del mondo, […] nascendo nella storia per far rinascere la storia”.
Ed è con questo spirito di solidarietà e di speranza che la Comunità di Sant’Egidio ha organizzato in diverse città, seguendo una tradizione ormai quarantennale, il Pranzo di Natale “per aiutare – come sottolinea Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità, – chi è piccolo, debole, solo, ed emarginato”. Sono state oltre 80mila le persone povere che in Italia hanno partecipato al Pranzo Natalizio ed oltre 250mila in tutto il mondo. Certamente una goccia nell’oceano, se si considera che su tutta la terra sono oltre 800 milioni le persone che versano in condizioni di povertà assoluta. Ma, sebbene ristretta a pochi, l’iniziativa di Sant’Egidio intende raggiungere con il suo messaggio ideale tutti i poveri del mondo.

A partire dalle 13:00, anziani, senza dimora, rifugiati arrivati in Italia grazie ai corridoi umanitari organizzati dalla Comunità si sono incontrati nella Basilica romana di Santa Maria in Trastevere ove sono stati imbanditi i tavoli con i classici addobbi natalizi. A tutti gli invitati (ogni ospite aveva ricevuto un biglietto di invito con il suo nome e la sua fotografia) è stato servito – dai volontari della Comunità – il pranzo con il tradizionale menù di Natale, lasagne, polpettone, lenticchie e dolci. Quindi, a tutti è stato fatto un dono personalizzato così come avviene in ogni famiglia.
Alla fine del pranzo è arrivato il saluto di don Marco Gnavi, Parroco della Basilica trasteverina, che ha definito i pranzi di Natale con i poveri espressione di “un cuore largo che non esclude nessuno”. “Oggi vogliamo dare buone notizie. Le cose impossibili diventano possibili”, ha detto, presentando alcuni tra gli ospiti che, grazie ai corridoi umanitari, sono riusciti, nell’ultimo anno, a salvarsi e a crearsi una nuova vita in Italia. Tra le storie raccontate, quella di una famiglia di afghani fuggiti da un campo profughi in Pakistan ove vivevano in condizioni di estrema difficoltà e quella di una coppia africana liberata dai campi di detenzione in Libia (veri e propri lager così come definiti senza mezzi termini da Papa Francesco). Ma forse la storia più commovente è stata quella di Christian, congolese, che non aveva avuto più notizie di sua moglie, persa nei duri viaggi della speranza e quindi miracolosamente ritrovata, grazie ai corridoi umanitari. Insieme a loro, tanti italiani che vivono per strada e che, con la Comunità, hanno di nuovo ritrovato una casa e una famiglia. Presenti a Santa Maria in Trastevere anche l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma e l’Assessore ai Servizi Sociali della Regione Lazio. Nel grave momento di crisi e conflitti che stiamo attraversando, il Pranzo di Natale è stata l’occasione per lanciare un forte messaggio di solidarietà e di pace da Roma al mondo intero.