Essere responsabili gli uni degli altri, a partire da chi è più bisognoso. Ricevendo una delegazione dell’Agenzia delle Entrate dello Stato Italiano, il Santo Padre ha spiegato che “la Bibbia non demonizza il denaro, ma invita a farne l’uso giusto, a non restarne schiavi, a non idolatrarlo”. E se non è facile usare bene il denaro, secondo Francesco c’è però in Italia un esempio da imitare: il sistema sanitario gratuito, reso possibile proprio dalle tasse. “Difendetelo e conservatelo!” ha esortato con forza.

Legalità, imparzialità e trasparenza: i tre principi cardine dell’Agenzia, ricordati dal Direttore Ernesto Maria Ruffini, hanno costituito l’occasione per un’analisi profonda e dettagliata da parte del vescovo di Roma sul rapporto tra il fisco e la comunità. «Alla piaga dell’evasione – ha rammentato- risponde la semplice rettitudine di tanti contribuenti, e questo è un modello di giustizia sociale. C’è un “artigianato del bene comune” che andrebbe narrato, perché le coscienze oneste sono la vera ricchezza della società».

Prima di congedare la delegazione, il Papa l’ha affidata all’apostolo Matteo, l’esattore, perché custodisca e sostenga l’impegno sulla strada della legalità, dell’imparzialità e della trasparenza. Compito decisamente non facile, ma indispensabile per contribuire a superare le diseguaglianze.