“Una pietra miliare per la Chiesa, per il Movimento dei Focolari e per la diocesi». Così il vescovo di Frascati, mons. Raffaello Martinelli ha definito il processo di beatificazione di Igino Giordani, considerato una delle figure più rappresentative della cultura del Novecento, padre di 4 figli, scrittore, giornalista e politico e riconosciuto da Chiara tra i confondatori del movimento dei Focolari. Intervenendo nel corso della cerimonia conclusiva della fase diocesana, Mons. Martinelli, di Giordani ha ricordato il soprannome datogli da Chiara Lubich, la fondatrice dei Focolari: Foco, «perché – ha detto – era pieno dello Spirito di Dio che lo spronava ad essere ovunque testimone». A Tele Radio Padre Pio ne abbiamo parlato con l’Avv. Carlo Fusco, Postulatore della Causa di Beatificazione, di cui vi proponiamo alcuni stralci dell’intervista.
A quali conclusioni è giunta la fase diocesana del processo?
L’esame degli interrogatori e lo studio teologico e storico della grande mole di scritti di Igino Giordani, ha portato ad un primo accertamento delle sue virtù eroiche. Ed ora tutto passa al Vaticano. Verranno consegnati alla Congregazione della Causa dei Santi 32 scatoloni sigillati con novant’otto volumi e quattro mila articoli esaminati dalla commissione teologica, sedici mila fogli non pubblicati esaminati dagli storici e duemila e cinquecento pagine di relazione degli interrogatori e dello studio degli scritti da parte dei teologi e degli storici.
Quale procedura è prevista ora in sede vaticana?
La fase apostolica è innanzitutto una fase di verifica di quanto eseguito dal Tribunale diocesano. A tale scopo verranno nominati un relatore e degli esperti, teologi e storici, si arriverà anche al giudizio di alcuni padri cardinali e vescovi. L’ultima parola sul riconoscimento dell’eroicità delle virtù spetterà al Papa. Inoltre si avvierà il processo per l’accertamento del miracolo. Tutto ciò porterà alla proclamazione del beato. L’accertamento di un ulteriore miracolo ed una successiva fase di accertamento, dopo la beatificazione, porteranno alla proclamazione della santità da parte del Papa.
Questa fase diocesana è durata solo 5 anni. Come si spiega?
Igino Giordani è morto nel 1980 e nel 1981 Chiara Lubich ha chiamato l’Onorevole Tommaso Sorgi che aveva conosciuto il Movimento dei Focolari grazie a Giordani per affidargli il Centro Igino Giordani. I tempi sono stati notevolmente accelerati grazie al lavoro del Centro Igino Giordani, che per venti anni ha raccolto e catalogato il grande patrimonio di scritti che Giordani ha lasciato. Quando manca questo aiuto i lavori della fase diocesana durano anche decine di anni.
Ascoltando anche altre testimonianze su chi ha avuto la possibilità di conoscere personalmente Igino Giordani emerge spesso il binomio politica/santità. Che significa un politico che si fa santo?
Può un politico essere santo? Se lo chiedeva anche Foco. Secondo me lui ci è riuscito, anzi ha indicato la strada affinché non sono altri politici possano farsi santi vivendo l’unità, ma possa nascere anche una politica nuova. Non a caso proprio attorno a Giordani e ad altri deputati che avevano conosciuto Chiara nacque il primo nucleo di politici che volevano vivere la spiritualità dell’unità in Parlamento.
Cosa insegna oggi Foco?
Igino Giordani insegna oggi a tutti, ma specie ai laici, ai “padri di famiglia”, che esiste una santità possibile, quotidiana. È la grande intuizione di Chiara (la santità anche fuori dai conventi) che con Giordani trova una realizzazione immediata. Trova un’anima preparata che coglie la grandezza del carisma dell’unità.
Una parola per definire Igino Giordani?
Un uomo che ha vissuto con equilibrio la scelta di seguire Dio, valorizzando l’amore sponsale e paterno.