“Uno strano fenomeno sta caratterizzando, da alcuni anni a questa parte, le nuove generazioni di giovani: la vita di notte. Moltissimi ragazzi amano vivere di notte. Frequentano locali, pub, discoteche… Oppure si divertono a partecipare a giochi pericolosi, come le folli corse in moto o in automobile. Altri trascorrono ore e ore di fronte a un computer, per navigare su internet o dialogare in chat.”
Con queste parole Carlo Climati, giornalista e scrittore esordisce per illustrare ai microfoni di Radio Padre Pio il suo nuovo libro “Il popolo della notte” (ed. Paoline).
“Questo libro, ben documentato, vuole rappresentare un viaggio alla scoperta del popolo della notte –afferma Climati – E’ un invito a sostituire la non-cultura del vuoto con l’impegno personale e la riscoperta dei volti degli altri, illuminando il buio della notte con una luce nuova”
L’autore analizza tutti i fenomeni della notte: il consumo di ecstasy, il ballo, le varie trasgressioni, le stragi del sabato sera. Manifestazioni, tutte queste, di una notte più inquietante: la “notte delle coscienze”, quel buio interiore che porta a vivere all’insegna dell’egoismo e dell’indifferenza.
“C’era una volta la notte. Un momento della vita destinato al riposo, dopo le tante fatiche del giorno – prosegue l’autore – oggi questo genere di notte è un po’ fuori moda. Sempre più persone scelgono di vivere nel buio. Un tempo, l’abitudine a vivere di notte apparteneva soprattutto agli adulti. Oggi la tendenza a stare svegli nelle ore notturne sembra aver contaminato tutti. Anche moltissimi giovani, intrappolati in una specie di vita al contrario. E’ nato, così, un popolo della notte. Con i suoi linguaggi e i suoi divertimenti apparenti. Le sue schiavitù e le sue solitudini.
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