Il 5 maggio 1956, 60 anni fa, nasceva Casa Sollievo della Sofferenza, la straordinaria Opera del Santo di Pietrelcina diventata negli anni una struttura ospedaliera all’avanguardia, dove ricerca scientifica e cura per il malato hanno camminato di pari passo sulle orme spirituali del suo Santo fondatore. Risuonano ancora nella mente di molti le parole che Padre Pio pronunciò il giorno dell’inaugurazione: «Questa – disse – è la creatura che la Provvidenza, aiutata da voi, ha creato; ve la presento. Ammiratela e benedite insieme a me il Signore Iddio». E aggiunse: «È stato deposto nella terra un seme che Egli riscalderà con i suoi raggi d’amore» e, a distanza di sessant’anni, quel seme ha dato e continua a dare i suoi frutti. I festeggiamenti per il 60° anniversario di CSS si sono aperti la sera del 4 maggio, a San Giovanni Rotondo, con il concerto Laudato Si’, che ha visto esibirsi, sul palco dell’Auditorium Maria Pyle, della chiesa di san Pio, il tenore frate Alessandro Brustenghi, il baritono Matteo D’Apolito e l’Orchestra Musica Civica di Foggia, diretta da Gianna Fratta. Il concerto si è aperto con la Romanza in fa maggiore di Beethoven, interpretata dal violinista Dino De Palma, per lasciare poi spazio alla musica sacra e all’opera lirica: dall’Ave Maria di Mascagni al Panis Angelicus di Franck, dall’ouverture del Barbiere di Siviglia alle arie dell’Elisir d’amore. Un grande spettacolo di musiche e voci, alla presenza del Cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Commissione Episcopale per il Servizio della Carità e della Salute della C.E.I, di Mons. Michele Castoro, arcivescovo della Diocesi di Manfredonia – Vieste e San Giovanni Rotondo e presidente di Casa Sollievo, di fr. Francesco Di Leo, rettore del Santuario di san Pio, del Direttore Generale di Casa Sollievo, Domenico Crupi e di un numeroso pubblico che ha riempito le due sale dell’Auditorium. Nel corso della serata, seguita in diretta da Padre Pio TV e condotta dalla giornalista Paola Russo, non solo musica, ma anche parole, le parole e le testimonianze di quanti hanno visto nascere e crescere, negli anni, questa straordinaria Opera, apportando il loro contributo di professionalità, e conservano ancora il ricordo vivo di quel pezzo di vita vissuta accanto a Padre Pio: mons. Francesco Maria Tasciotti e il fratello Carlo, figli di Vincenzo Tasciotti che, insieme a mons. D’Ercole, aiutò Padre Pio a dare un veste giuridica all’opera; il dott. Giovanni Scarale, per lunghi anni medico anestesista a CSS; Paolo Comparato, fotografo e tra i primi collaboratori dell’Opera e Antonio Marcucci, in servizio a Casa Sollievo per 53 anni. Le celebrazioni per il 60° si sono concluse giovedì 5 maggio, alle 9.30, con la concelebrazione eucaristica, sul pronao dell’Ospedale, presieduta dal Card. Montenegro, al quale Mons. Castoro ha rivolto il suo saluto e ringraziamento: «Signor Cardinale, per ricordare il giorno memorabile di quella solenne inaugurazione, ci siamo rivolti a Vostra Eminenza, non solo nella sua autorevole veste di Presidente della Commissione episcopale della pastorale della carità e della salute, ma anche – più amichevolmente – perché ci è nota la sua sensibilità verso gli ultimi e i malati, e il suo impegno verso i poveri e gli immigrati. E noi, che qui prestiamo la nostra opera – il Direttore Generale, i Dirigenti, i medici, i cappellani, le suore, gli infermieri, i tecnici, gli amministratori, il personale – chiediamo a Vostra Eminenza che ci aiuti in questa Celebrazione ad esprimere il nostro grazie al Signore per il privilegio di lavorare nell’Opera di Padre Pio e ad invocare una rinnovata benedizione del Cielo perché il nostro servizio risponda sempre più e sempre meglio al carisma del nostro santo Fondatore». Durante l’omelia, il card. Montenegro ha più volte sottolineato la particolarità di un ospedale che poggia le sue fondamenta sulla sapienza di Padre Pio: «Un sapienza intesa come esperienza di Dio, che lo ha spinto a realizzare un’opera che in questi 60 anni ha curato tante piaghe e ha dato conforto a centinaia di migliaia di ammalati». Ha poi concluso: «Casa Sollievo appare, a distanza di 60 anni, sempre più una profezia e una sfida. In questa giornata, più che sfogliare l’album dei ricordi, dovremmo accendere la fantasia dello spirito per immaginare quanto siamo chiamati a compiere oggi e domani, qui e altrove. È vero che Padre Pio è stato unico, ma è anche vero che noi tutti, grazie al battesimo, siamo chiamati a imitarne l’esempio, facendoci muovere dal fuoco dell’amore di Dio». Dopo la concelebrazione eucaristica, prima di ripartire, il Card. Montenegro ha visitato l’Unità di Medicina Fisica e Riabilitativa, il nuovo Istituto di Medicina Rigenerativa e l’Onco-Ematologia Pediatrica, dove ha salutato affettuosamente i bambini ricoverati e i loro familiari. In mattinata, prima di celebrare messa, si è recato nella Chiesa di San Pio per un momento di raccoglimento e di preghiera sulla tomba del Santo.
Come è nata la devozione di Papa Francesco per Padre Pio?
Nel 1928, fu il cappuccino ligure, padre Antonio Durante (morto in concetto di santità nel 1970), a portare, in Argentina,...