La Basilica di San Lorenzo fuori le mura, conosciuta anche come San Lorenzo al Verano, sorge nel grande piazzale di san Lorenzo a Roma, in zona Verano. Da una parte all’altra dell’edificio si estende il cimitero del Verano, primo cimitero comunale sorto nella Capitale. La Basilica venne edificata nel 330 quale luogo di culto di S. Lorenzo, arcidiacono martirizzato nel 258, che attestò la propria fede con la morte e il supplizio. Sul piazzale antistante la chiesa si erge una colonna sormontata da una statua bronzea raffigurante San Lorenzo, opera di Stefano Galletti del 1865. Affiancano la chiesa il monastero e il campanile in stile romanico. La facciata è stata ricostruita dopo i bombardamenti del 1943. Essa era interamente ricoperta di mosaici, andati per la maggior parte perduti. Precede la facciata un portico, risalente al XIII secolo. Gli affreschi delle pareti, dello stesso periodo, di stile romano-bizantino, rappresentano scene di vita di san Lorenzo e di santo Stefano, primo martire della Chiesa, le cui reliquie sono conservate nella Basilica, e dei miracoli a loro attribuiti. All’interno del portico si trovano anche i due sarcofagi che la tradizione attribuisce alla sepoltura dei papi Sisto III e Zosimo. Nella parete di sinistra è collocato il monumento funebre ad Alcide De Gasperi, opera di Giacomo Manzù. Il portale d’ingresso alla basilica è affiancato da due statue marmoree raffiguranti leoni, di epoca medievale. Infine, una lapide ricorda la visita di papa Pio XII il 19 luglio 1943, dopo il bombardamento sul quartiere San Lorenzo. La chiesa è amministrata, dal 1855, da frati minori cappuccini. Della vita di san Lorenzo si sa pochissimo, fin dai primi secoli del cristianesimo, Lorenzo viene generalmente raffigurato come un giovane diacono rivestito della dalmatica, con il ricorrente attributo della graticola, su cui sarebbe stato steso e bruciato e, in tempi più recenti, della cassetta del tesoro della Chiesa romana da lui distribuito ai poveri. Le antiche fonti lo indicano come arcidiacono di papa Sisto II tra i sette diaconi allora al servizio della Chiesa romana. La sua morte risale al periodo dell’imperatore Valeriano che nel 250 convocò dinnanzi a lui Lorenzo perché gli consegnasse i beni della Chiesa. Lorenzo si affrettò invece a distribuire tali beni ai poveri ai malati e agli emarginati e con loro si presentò dinnanzi all’imperatore dicendo: "Ecco, i tesori della Chiesa sono questi". Per tale affronto l’imperatore condannerà a morte Lorenzo, con l’atroce supplizio di essere arso vivo, un supplizio che ispirerà opere d’arte, testi di pietà e detti popolari per secoli. L’interno della basilica è a tre navate, separate tra loro da 22 colonne, ed è composta da due basiliche costruite in epoca diversa; quella di Papa Pelagio, risalente al VI secolo, oggi rialzata e trasformata in presbiterio, e quella edificata successivamente da Papa Onorio III, che costituisce il corpus principale dell’edificio. Nella controfacciata è posto il monumento funebre del cardinale Guglielmo Fieschi, composto da un sarcofago del III secolo e da un baldacchino, opera dei Cosmati, una delle più importanti famiglie di marmorari romani, attivi a Roma tra il XII e il XIII secolo. Sempre dei Cosmati è lo splendido pavimento, che crea un vero e proprio tappeto lungo tutta la navata centrale, e i due amboni nei pressi dell’altare maggiore, tra i più belli delle Chiese romane, con elementi di decoro e colori tipici dell’arte cosmatesca. La navata centrale era stata interamente affrescata nell’Ottocento da Cesare Fracassini: i restauri eseguiti dopo gli eventi bellici hanno conservato solo due affreschi, nella controfacciata e nell’arco trionfale, quello rivolto verso la basilica onoriana. La navata termina con l’altare maggiore e il matroneo della Basilica Pelagiana. L’ampio presbiterio corrisponde alla navata centrale all’antica basilica fatta costruire da papa Pelagio II, la basilica pelagiana, ed è in posizione rialzata, vi si accede attraverso due rampe di scale. Le navate laterali del presbiterio sono sormontate da un matroneo, e sono inquadrate da 10 colonne, con capitelli corinzi e trabeazioni di reimpiego. Sul matroneo della parete di fondo della basilica pelagiana si trova l’organo a canne, costruito nel 1958 dai fratelli Ruffatti in sostituzione dell’organo precedente. In fondo al presbiterio è la sede episcopale del 1254, decorata con mosaici. Nell’arco trionfale, rivolto verso la basilica pelagiana, vi sono mosaici del VI secolo raffiguranti Gesù tra santi e papa Pelagio. Al di sotto del matroneo vi è la cripta dove sono conservate le spoglie dei santi Lorenzo e Stefano. Nella navata di destra vi sono resti di affreschi medievali raffiguranti Santi e una Madonna col bambino. La navata termina con la "cappella di San Tarcisio, realizzata da Virginio Vespignani: in essa è conservata una tela di Emilio Savonanzi (1619), con la raffigurazione della Sepoltura di San Lorenzo. La navata di sinistra, priva di opere pittoriche, invece, termina con la "cappella sotterranea di Santa Ciriaca. Al termine della navata di destra si scende nella "cappella di Pio IX", opera di Raffaele Cattaneo della fine del XIX secolo, con mosaici che ritraggono momenti della sua vita. Di fronte alla cripta di Pio IX c’è la lastra di marmo sulla quale fu poggiato il corpo di San Lorenzo dopo la sua morte. Dal 3 al 4 febbraio 2016 la Basilica di san Lorenzo fuori le mura ha ospitato le spoglie di san Pio da Pietrelcina e san Leopoldo Mandic, traslate a Roma in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco, che ha scelto queste due figure di instancabili confessori, come testimoni della Misericordia.
Come è nata la devozione di Papa Francesco per Padre Pio?
Nel 1928, fu il cappuccino ligure, padre Antonio Durante (morto in concetto di santità nel 1970), a portare, in Argentina,...