E’ tornato a parlare di anziani e di terza età papa Francesco inaugurando, con la catechesi di quest’oggi, un ciclo di due appuntamenti dedicati a questi temi, nel solco più ampio della tematica famigliare, oggetto delle attenzioni di quest’anno.
"Oggi", ha detto il Papa, "riflettiamo sulla problematica condizione attuale degli anziani, e la prossima volta, cioè il prossimo mercoledì, più in positivo, sulla vocazione contenuta in questa età della vita". Prendendo spunto dalla visita di papa Benedetto alla casa di riposo gestita dalla comunità Sant’Egio, Francesco ha detto: "E’ vero, l’attenzione agli anziani fa la differenza di una civiltà. In una civiltà c’è attenzione all’anziano? C’è posto per l’anziano? Questa civiltà andrà avanti perché sa rispettare la saggezza, la sapienza degli anziani. In una civiltà in cui non c’è posto per gli anziani, sono scartati, perché creano problemi, questa società porta con sé il virus della morte”.
Nella tradizione della Chiesa – ha proseguito Bergoglio – vi è un bagaglio di sapienza che ha sempre sostenuto una cultura di vicinanza agli anziani, una disposizione all’accompagnamento affettuoso e solidale in questa parte finale della vita. Tale tradizione è radicata nella Sacra Scrittura, come attestano ad esempio queste espressioni del Libro del Siracide: «Non trascurare i discorsi dei vecchi, perché anch’essi hanno imparato dai loro padri; da loro imparerai il discernimento e come rispondere nel momento del bisogno» (Sir 8,9). La Chiesa non può e non vuole conformarsi ad una mentalità di insofferenza, e tanto meno di indifferenza e di disprezzo, nei confronti della vecchiaia. Dobbiamo risvegliare il senso collettivo di gratitudine, di apprezzamento, di ospitalità, che facciano sentire l’anziano parte viva della sua comunità”.
“Gli anziani", ha quindi detto il Papa "sono uomini e donne, padri e madri che sono stati prima di noi sulla nostra stessa strada, nella nostra stessa casa, nella nostra quotidiana battaglia per una vita degna. Sono uomini e donne dai quali abbiamo ricevuto molto. L’anziano non è un alieno. L’anziano siamo noi: fra poco, fra molto, inevitabilmente comunque, anche se non ci pensiamo. E se noi non impariamo a trattare bene gli anziani, così ci tratteranno a noi”.