La Festa del Lavoro affonda le sue radici negli Stati Uniti e, precisamente, a Chicago in Illinois ove il 1° maggio 1867 entrò in vigore la legge che regolamentava l’orario lavorativo in otto ore giornaliere. Circa 20 anni dopo – Il 1° maggio del 1886 -furono organizzate numerose manifestazioni di protesta in varie città americane per estendere i benefici di questa legge su tutto il territorio statunitense. A Chicago ci furono scontri sanguinosi tra manifestanti e polizia che culminarono con la morte di due operai ed il ferimento di molti altri. Da allora il Primo Maggio divenne dapprima la data di commemorazione dei Martiri di Chicago, morti in difesa dei loro diritti, e successivamente, nell’arco di pochi anni, Festa del Lavoro in molte altre nazioni. Infine, nel 1889 – durante la Seconda Internazionale Socialista svoltisi a Parigi – fu dichiarata ufficialmente come Festa Internazionale dei Lavoratori. In Italia, la decisione di adottare il Primo Maggio come Festa del Lavoro fu presa nel 1891 ma è diventata festività nazionale solo nel 1949.
Il 1° maggio 2024 verrà celebrato con numerose manifestazioni in varie città italiane. A Roma si terrà come sempre il tradizionale Concertone che, quest’anno, in via eccezionale, avrà luogo non a Piazza San Giovanni in Laterano bensì al Circo Massimo. Lo slogan della manifestazione sarà “Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”. Numerosi gli artisti che a titolo gratuito si esibiranno in una vera e propria maratona musicale che inizierà nelle prime ore del pomeriggio e terminerà in tarda serata. L’evento sarà teletrasmesso e visto da milioni di spettatori.
A Volpedo, in provincia di Alessandria, ci sarà la manifestazione unitaria dei tre maggiori sindacati italiani, CIGL, CISL e UIL. La scelta di Volpedo riveste un carattere simbolico. In questa cittadina nel 1868 nacque infatti Giuseppe Pellizza, autore del celeberrimo quadro “Il Quarto Stato”, divenuto poi emblema della Questione Operaia.

Quest’anno la Festa del Lavoro avrà dalla sua parte anche i numeri relativi all’occupazione, mai così alti in Italia negli ultimi venti anni. A gennaio 2024 (ultimo dato ISTAT disponibile) sono 23 milioni e 738 mila i lavoratori occupati contro 1 milione e 838 mila persone in cerca di occupazione. Il tasso degli occupati è pari a quasi il 62% della popolazione di 15-64 anni mentre quello dei disoccupati è intorno al 7% di quella di 15-24 anni. Anche il numero degli inattivi (di coloro cioè che non lavorano e non sono in cerca di occupazione) non è mai stato così basso: 12 milioni e 360 mila, pari a circa un terzo della popolazione di 15-64 anni.
Sebbene il tasso di occupazione sia in incremento e quelli di disoccupazione e di inattività siano in lieve ma costante declino, non mancano le note dolenti. In particolare, esiste ancora un rilevante divario occupazionale tra il Nord (69,4% di occupati) ed il Sud (con solo il 48,2% di occupati) ed una marcata differenza nel tasso di disoccupazione (14% nelle regioni del Mezzogiorno contro il 4,6% nel Settentrione). Altro dato di cui tener conto è anche la precarietà del lavoro: sono infatti oltre 3 milioni i lavoratori con un contratto a tempo determinato. Non bisogna dimenticare inoltre il problema dei salari, ancora oggi fra i più bassi di Europa, e l’indebolimento della protezione sociale dei lavoratori con una deregolamentazione delle condizioni lavorative ed una insufficiente copertura assicurativa per quanto riguarda le indennità di disoccupazione e le pensioni. Tutto quanto riportato sta a significare che gli occupati sono aumentati in Italia ma il mercato del lavoro è ancora instabile ed insicuro rendendo il lavoratore più vulnerabile in termini di salario e misure di protezione sociale.
Ultimo dato da non dimenticare – in gran parte correlato alla deregolamentazione delle norme sul lavoro – è l’impressionante numero delle morti e degli infortuni lavorativi. Nel 2023 ci sono state oltre mille vittime (quasi 3 al giorno!) con oltre 700mila infortunati. Il dramma dell’invalidità permanente riguarda molti degli infortunati contribuendo a creare un quadro fosco della situazione lavorativa in Italia. I sindacati italiani, che fanno ovviamente del Primo Maggio la “loro” festa, si battono con i datori di lavoro istituzionali e privati per eliminare queste ombre che pesano sui lavoratori come macigni. A loro sarà dato ampio spazio in questa giornata nelle varie manifestazioni che si terranno in tutta Italia.
La comunità di Sant’Egidio darà il suo “piccolo” ma generoso contributo a questa Festa del Lavoro trascorrendo la giornata con i poveri, molti dei quali rappresentati da persone che hanno perso il lavoro o che – pur lavorando – non riescono “ad arrivare alla fine del mese” per salari bassi ed insufficienti a garantire un’esistenza dignitosa.
Tra i numerosi appuntamenti in programma, ci sarà a Roma, alle 12,30, un pranzo presso il Collegio Irlandese, vicino alla basilica di San Giovanni in Laterano. Centinaia – tra anziani, migranti e persone senza fissa dimora – si ritroveranno assieme per festeggiare il Primo Maggio. A servire a tavola ci saranno come sempre, volontari di Sant’Egidio, studenti universitari e alcuni ex senza dimora, che grazie al sostegno e all’accompagnamento di Sant’Egidio hanno ritrovato la casa e, con essa, una vita migliore. Il menù prevede lasagna, pollo arrosto, polpette, contorni, crostata e, per finire, fave e pecorino, nella più autentica tradizione romanesca. Dopo il pranzo ci sarà una grande festa all’insegna della solidarietà e del diritto per tutti al lavoro e a condizioni di vita dignitose.