Nella suggestiva cornice della Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina di Roma si è svolta ieri – ad opera della Comunità di Sant’Egidio – la presentazione dell’ultimo libro del Cardinale Matteo Maria Zuppi “Dio non ci lascia soli”. Ad intervenire – oltre al Cardinale Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana – sono stati Marco Impagliazzo e Andrea Riccardi, rispettivamente Presidente e Fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Monica Maggioni e Maurizio Molinari, giornalisti, ed Arturo Sosa, Preposito generale della Compagnia di Gesù.

Come evidenziato dal sottotitolo del libro curato da Mario Marazziti ed edito da Piemme, l’intento del Cardinale è stato quello di raccogliere e condividere “riflessioni cresciute camminando tra la gente, a Bologna, in Italia, e nel mondo, rispondendo a molte domande provenienti da tante persone diverse”. In tal senso, il libro non è da intendersi quale un trattato di teologia o di meditazione sapienziale sui mali che affliggono l’uomo di oggi quanto piuttosto una raccolta di “esperienze pastorali” del Cardinale Zuppi- come affermato da Sosa – che attraversano oltre mezzo secolo di storia, partendo dalla “Primavera della Chiesa”, ovvero dal Concilio Vaticano II, e arrivando ai giorni nostri. Lo scenario attuale è quello di un mondo in crisi profonda – come affermato da Molinaro – tormentato da disuguaglianze sociali e guerre senza fine. Il divario tra le classi sociali più abbienti e quelle più povere determina ribellione e allontanamento di massa dalla vita comunitaria favorendo il populismo e generando solitudine ed infelicità. Le guerre “eternalizzate” (come le definisce Riccardi) acuiscono i conflitti tra i popoli originando sofferenza, miseria e morte. La domanda fondamentale di fronte a tanta infelicità umana è “Esiste un modo per uscirne?”

La risposta è nel Vangelo, nella figura di Gesù di Nazareth che con la sua tenerezza e vicinanza ad ognuno di noi ci indica il percorso da seguire. Al cardinale Zuppi ancora risuonano nella mente le parole con le quali un grande Papa santo, Paolo VI, si rivolgeva ai giovani di tutto il mondo con un messaggio al termine del Concilio Vaticano II: “In nome di questo Dio e del suo Figlio Gesù […] ampliate i vostri cuori secondo le dimensioni del mondo, intendete l’appello dei vostri fratelli, mettete arditamente le vostre giovani energie al loro servizio. Lottate contro ogni egoismo. Rifiutate di dar libero corso agli istinti della violenza e dell’odio, che generano le guerre ed il loro triste corteo di miserie. Siate generosi, puri, rispettosi e sinceri. E costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale”. Il Papa del dialogo con il mondo: così è ricordato Paolo VI. Ed è nel dialogo con il prossimo secondo Zuppi l’antidoto ai mali della società di oggi.
Aprirsi agli altri non significa tuttavia limitarsi ad un mero ascolto. Occorre invece “amare ed occuparsi della felicità degli altri”. Solo nella condivisione si trova la felicità perché – come il Cardinale sottolinea in un passo del suo libro – “la felicità da sola e senza gli altri non c’è, e davvero ce ne restano solo i frammenti e la nostalgia”. Il grande nemico dell’epoca moderna è l’indifferenza verso gli altri che si può contrastare soltanto “dialogando con i sentimenti della gente” come afferma Riccardi. In questo aspetto il fondatore della Comunità di Sant’Egidio riconosce il tratto laico del Cardinale Zuppi, “laico” in senso di “λαός”, popolo, ovvero di uomo in grado di amare la gente comune portando con sé la Bibbia ed i giornali: il messaggio del Vangelo e la storia dell’uomo così come raccontata nei quotidiani.
Esperto di umanità – continua Riccardi – il Cardinale Zuppi è un “uomo di pace, realista, senza le ingenuità dei pacifisti” che ha aperto – su invito di Papa Francesco – un canale di comunicazione con Kiev, Mosca, Washington e Pechino, per trovare una “pace giusta” al conflitto tra Ucraina e Russia. Un uomo avvezzo alle “complessità” come quelle da lui vissute personalmente a Roma, e poi in Africa e, infine, a Bologna, sempre nel segno del dialogo e della comprensione. Un libro che racconta di tanti incontri – come sottolineato dalla Maggioni – in cui ognuno di noi può ritrovarsi, confrontandosi sul valore delle relazioni interpersonali che sono al centro dell’esistenza umana.

Come afferma Matteo Zuppi in un passo del suo libro “Cominciare da se stessi, ma non finire con se stessi; prendersi come punto di partenza, ma non come meta; conoscersi, ma non preoccuparsi di sé. E se avviene questo troviamo finalmente l’io e non le infinite interpretazioni che lo nutrono e lo ingannano. Non ci siamo neppure noi senza dialogo e senza incontro. Quando incontriamo qualcuno dopo un tratto di strada, sappiamo quello che noi abbiamo già affrontato, e non il percorso dell’altro. Siamo interessanti per gli altri anche per questo, e le nostre strade acquistano ricchezza e futuro”.
Il libro, rivolto a tutti – “credenti, credenti a modo proprio, scettici, e non credenti” lancia un messaggio di speranza disegnando un cammino oltre la violenza, l’aggressività, la solitudine verso un futuro migliore, un futuro di pace. Un libro pieno di luce, fatto di numerose esperienze di vita e di tante domande (e risposte), scritto da una delle voci più autorevoli della Chiesa del XXI secolo che ben ci fa comprendere perché “Dio non ci lascia soli” ma è sempre presente in noi e tra di noi.