Cinque anni fa, esattamente il 4 febbraio 2019, Papa Francesco e Ahmad al-Tayyeb, grande Imam dell’Università e Moschea al-Azhar del Cairo, firmarono ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, il “Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune”. Questa dichiarazione, siglata dalle due massime autorità del Cattolicesimo e dell’Islam sunnita, fu il frutto di un lungo lavoro preparatorio iniziato a maggio 2016 in Vaticano, proseguito nell’aprile 2017 al Cairo presso l’Università di al-Azhar e concluso ad Abu-Dhabi nel febbraio 2019.

Questo documento affonda le sue radici nella Costituzione Apostolica “Gaudium et Spes” promulgata nel 1965 da Papa Paolo VI a conclusione del Concilio Vaticano II e ha fornito anche la base per la terza Enciclica “Fratelli tutti” firmata da Papa Francesco nel 2020. A questo proposito vale la pena ricordare il bellissimo incipit di questa Enciclica che, come molte altre di Papa Francesco, richiama il pensiero del Poverello di Assisi: «Fratelli tutti» scriveva San Francesco d’Assisi per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo. Tra i suoi consigli voglio evidenziarne uno, nel quale invita a un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio. Qui egli dichiara beato colui che ama l’altro «quando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a lui». Con queste poche e semplici parole ha spiegato l’essenziale di una fraternità aperta, che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita.
Grazie al Documento sulla Fratellanza Umana sono emersi due importanti risultati: la proclamazione – nel dicembre 2020 – da parte dell’Onu della “Giornata internazionale della Fratellanza umana” da celebrarsi il 4 febbraio di ogni anno e la costruzione della “Casa della Famiglia di Abramo” ad Abu-Dhabi. Si tratta di un grande ed unico spazio in cui a febbraio 2022 sono state edificate una moschea, una sinagoga ed una chiesa a testimoniare la radice comune delle tre grandi religioni monoteistiche ed il vincolo di fratellanza che accomuna musulmani, ebrei e cristiani.


I temi trattati nel Documento sono molteplici. Si parte dal rifiuto di tutte le forme di violenza, terrorismo ed estremismo affermando che essi non possono essere giustificati in nome della religione. Oltre al rispetto dei diritti umani fondamentali e della dignità di ogni persona, il documento ribadisce il diritto alla libertà religiosa e alla libertà di coscienza, riconoscendo la diversità religiosa come una ricchezza per l’umanità. Per tale motivo, si incoraggia il dialogo interreligioso e la cooperazione tra persone di diverse fedi per affrontare le sfide comuni e costruire un mondo più giusto e pacifico. In sintesi, un messaggio di fratellanza e solidarietà contro le guerre e le ingiustizie sociali che attraversano il mondo, come testimoniano i conflitti in corso in Ucraina e in Terra Santa e, più in generale, la “terza guerra mondiale a pezzi” di cui ha più volte fatto cenno Papa Bergoglio.
Nella ricorrenza del quinto anniversario del Documento sulla Fratellanza Umana, il Santo Padre non ha voluto far mancare la Sua voce inviando un messaggio che è stato letto nel corso di un Evento tenutosi nella giornata di ieri nella Casa della Famiglia di Abramo di Abu Dhabi.
Il Pontefice ha innanzitutto espresso la Sua gratitudine ad Ahmad Al-Tayyib, grande Imam di Al-Azhar, e allo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti, “per il loro vitale sostegno alle iniziative volte a promuovere i valori della fratellanza e dell’amicizia sociale, fondati sulla verità che tutti gli esseri umani non solo sono creati uguali, ma sono intrinsecamente legati come fratelli e sorelle, figli del nostro unico Padre nei cieli”.
Ha voluto quindi esprimere le sue congratulazioni ai tre vincitori del Premio Zayed per la fratellanza umana del 2024: la “madre delle detenute” cilene Suor Nelly León Correa, le organizzazioni indonesiane di solidarietà “Nahdlatul Ulama” e “Muhammadiyah”, il cardiochirurgo egiziano Sir Magdi Yacoub.

Ha ricordato che senza fratellanza si va verso la “distruzione ambientale e la degradazione sociale” che sono causa di “immensa sofferenza per molti dei nostri fratelli e sorelle”.
Infine il Papa cita la sua Enciclica Fratelli Tutti: “Senza un’apertura al Padre di tutti, non ci saranno ragioni solide e stabili per un appello alla fratellanza […] perché la ragione è capace di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di dare stabilità alla loro convivenza civile, ma da sola non può fondare la fratellanza”.
L’augurio finale è che tutti i fratelli e le sorelle che soffrono “possano conoscere la vicinanza e la preoccupazione delle persone di fede di tutto il mondo”.