Sono canzoni per un cristianesimo sociale quelle contenute nell’album di don Mimmo Iervolino, cantautore e parroco a Pomigliano d’Arco. “Il grido della terra”, questo il titolo del suo ultimo lavoro musicale, che nasce per dare voce alla terra, ai poveri, ai dimenticati di questo mondo.

«Compongo e faccio musica da vent’anni. Ho iniziato a registrare i primi brani in occasione della mia ordinazione sacerdotale – ha raccontato don Mimmo, in diretta a “Tempo d’estate” – per farne una cassetta da regalare ad amici e parenti. E poi incoraggiato dall’amico Roberto Bignoli e da altri cantautori, ho iniziato a produrre nuovi lavori discografici».
«Posso dire che questo disco è nato durante il corso per animatori del “Movimento Laudato sii”. Il coordinatore nazionale mi ha spinto a riprendere in mano la chitarra che avevo appeso al chiodo. E mi ha invogliato a tornare a dedicarmi alla musica perché mi ha detto “hai questo talento e devi fare qualcosa perché il Signore poi te ne renderà conto”. Già in parrocchia mi chiesero di scrivere una canzone per il nostro circolo Laudato sii’ di Pomigliano d’Arco. E così nacque il testo di “Si sta terra”, canzone in napoletano.

E’ piaciuta così tanto al vescovo di Acerra (mons. Antonio Di Donna) che adesso la usa come sigla per tutti i suoi incontri. Così, uno dopo l’altro, sono venuti fuori anche gli altri brani, di cui sette inediti, che affrontano temi sociali, come la guerra, il cambiamento climatico, la povertà, la politica, la nostra Santa Madre Chiesa».

«Sono devotissimo a Padre Pio – ha rivelato don Mimmo – Si può dire che la mia vocazione sia nata a San Giovanni Rotondo. Da ragazzino, per racimolare qualche lira, organizzavo delle gite. E proprio sulla tomba di Padre Pio ho iniziato ad avvicinarmi a Dio. Credo che in quell’occasione mi abbia preso per un orecchio e portato sulla giusta strada».