06 aprile
Pietro nasce a Verona in una famiglia eretica alla fine del sec. XII. Presto si oppose ai suoi parenti. A sette anni imparò alle scuole dei cattolici il Credo che per lui sarà un principio di vita. Entrò nell’Ordine Domenicano, quando san Domenico era ancora in vita. Fu un grande predicatore, nelle città centro-settentrionali dell’Italia ma soprattutto a Milano teneva le sue prediche e le sue pubbliche dispute contro l’eresia dualista che si fondava sul rapporto oppositivo tra materia e spirito.

Queste erano accompagnate da miracoli e profezie. Molti, grazie alla sua opera, ritornavano alla vera fede del Vangelo. Nel 1251, papa Innocenzo IV, lo nominò inquisitore per le città di Milano e Como. La lotta fu molto aspra. Pietro, nella predica della domenica delle Palme del 1252, predisse la sua morte ma consolò i fedeli dicendo che agli eretici li avrebbe combattuto più da morto che da vivo. Così avvenne: gli eretici, conosciuta la via che avrebbe percorso per portarsi a Como, fecero un agguato, e al suo passaggio, l’uccisero con colpi di sciabola il 6 aprile 1252. Prima di morire balbettò ancora una volta il Credo, mentre il dito della sua destra, intinta nel proprio sangue scriveva nella sabbia: «Credo». Il corpo di Pietro venne trasportato a Milano dove ebbe esequie trionfali e venne sepolto nel cimitero dei Martiri.
Contemporaneamente si diffondevano notizie di miracoli come la conversione del vescovo eretico Daniele da Giussano che aveva macchinato la sua morte e dello stesso assassino Carino che entrarono poi nell’Ordine Domenicano. Dopo undici mesi, il 9 marzo 1253, venne canonizzato da papa Innocenzo IV nella piazza della chiesa domenicana di Perugia. Viene raffigurato con la tonaca domenicana, con la palma del martirio e con la ferita sanguinante dalla fronte al capo.