22 marzo
La vita di Lea la conosciamo grazie ad una lettera che San Girolamo scrisse alla gentildonna Marcella. Lea apparteneva ad una nobile famiglia. Rimasta vedova in giovane età, entrò nella comunità che Marcella fondò nella sua residenza sull’Aventino. Si studiavano le scritture e si viveva in castità e povertà. Marcella ebbe una tale fiducia in lei che le affidò il compito di formare le giovani donne. Girolamo dirà di lei: «Maestra di perfezione alle altre, più con l’esempio che con la parola, fu di un’umiltà così sincera e profonda che, dopo essere stata gran dama con molta servitù ai suoi ordini, si considerò poi come una serva».

Dice ancora di lei: «ha mutato le vesti delicate nel ruvido sacco». Lea lavorava nel nascondimento, agiva e taceva e insegnava con i fatti. Morì nel 384, anno della morte di papa Damaso I, e venne sepolta ad Ostia.