24 febbraio
Josefa nasce l’11 dicembre del 1820 ad Algemesí, in Spagna. Prima di sei figli, a 8 anni ricevette la Cresima e a 9 la Prima Comunione. Le morì la mamma quando aveva appena 13 anni e fu costretta a lasciare la scuola per trasferirsi nella casa della nonna e dello zio materno per badare alla casa e a tutti i familiari. A 27 anni le morì la nonna e Josefa divenne la responsabile della famiglia. Non tralasciò la vita parrocchiale divenendo figlia spirituale del parroco don Gaspare Silvestre e facendo la comunione ogni giorno.

Compiuti i 18 anni si consacrò a Cristo col voto di castità. I suoi tre principi ispiratori erano l’obbedienza, la laboriosità e la perseveranza. All’età di 30 anni, con la guida del parroco fece diventare la sua casa il luogo dove incontrare le amiche per fare formazione morale e spirituale e il laboratorio dove insegnare gratuitamente il ricamo imparato da piccola. Il lavoro era accompagnato da meditazioni, giaculatorie, cantici, preghiere e pie letture. La sua presenza portò molte ragazze a scegliere la vita consacrata. Lei, però, non poté sceglierla: fu, infatti, una “monaca di casa” che consigliava donne e uomini e fu pacificatrice di discordie familiari.
Morì, dopo una lunga malattia, il 24 febbraio del 1893 circondata dalle sue figlie spirituali. Il 20 ottobre 1946, le sue spoglie mortali furono traslate nella Parrocchia – Basilica di S. Giacomo di Algemesí. Papa Giovanni Paolo II la proclamò beata il 25 settembre del 1988. I Carmelitani Scalzi ne fanno memoria il 6 Novembre.