Nel corso del suo lungo pontificato, Giovanni Paolo II ha incontrato più volte rappresentanti dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini o ha indirizzato loro messaggi, in occasione delle beatificazioni o delle canonizzazioni di alcuni componenti di questa famiglia religiosa, oppure per le assemblee internazionali e nazionali e per i vari Capitoli generali. Certamente la sua disponibilità era dettata dal ruolo istituzionale di Vicario di Cristo e Pastore di tutti. Ma non si può disconoscere che, a questospecifico Ordine francescano, Papa Wojtyla abbia riservato un atteggiamento di particolare affabilità. Ce lo conferma una testimonianza scritta dall’allora ministro generale dei Frati Minori Cappuccini, padre Flavio Roberto Carraro, che successivamente è stato nominato vescovo di Verona.

«Fu il 2 febbraio 1984 quando il Santo Padre fece visita alla parrocchia S. Ippolito, allora servita dai nostri confratelli di Torino», ha rivelato padre Flavio, che poi ha aggiunto: «Presenziai all’incontro. Terminato il programma pastorale, il S. Padre si fermò nella casa dei nostri frati per un po’ di riposo ed unospuntino. Fu un momento di intensa, francescana letizia. Il Papa scherzò amabilmente con la lunga, fluente barba grigia di fr. Luigi (cuoco e factotum della casa), ripetendo: “Oh, venerabilis barba Capucinorum!”. Si sa che lui nutre viva simpatia per la barba cappuccina. Mi fece domande sull’Ordine e, alle mie risposte, commentò: “Al di là di tutto si deve riconoscere che l’Ordinecappuccino è stato uno degli Istituti che più ha mantenuto fede alla sua tradizione spirituale”. Al che timidamente commentai:“Se lo dice lei, Santità…”. Si continuò il discorso parlando di alcuni nostri Santi e di Padre Pio».
In forma più ufficiale, il 7 luglio 2000, parlando ai delegati che avevano partecipato al Capitolo generale, l’ultimo prima della sua morte, Giovanni Paolo II, esortò i presenti e, idealmente, anche tutti i loro confratelli, con parole rimaste nel cuore di tutti: «Sarà vostro impegno di informare ogni aspetto della vostra vita a ciò che è tipico del carisma francescano – cappuccino: lo spirito di orazione, la minorità e semplicità, la povertà e austerità, il contatto col popolo, la vicinanza ai bisognosi, lo zelo per l’evangelizzazione, la letizia e la speranza cristiana».