Riportiamo di seguito delle meditazioni di Padre Pio sul primo giorno dell’anno:
"Incominciamo oggi, o fratelli, a fare il bene, ché nulla fin qui abbiamo fatto"
Queste parole, che il serafico padre s. Francesco nella sua umiltà applicava
a se stesso, rendiamole nostre all’inizio di questo nuovo anno.
Veramente nulla abbiamo fatto fino ad oggi o, se non altro, ben poco; gli anni
si sono susseguiti nel sorgere e nel tramontare, senza che noi ci domandassimo
come li avevamo impiegati; se niente vi era da riparare, da aggiungere, da
togliere nella nostra condotta.
Abbiamo vissuto all’impensata come se un giorno l’eterno giudice non dovesse
chiamarci a sé e chiederci conto del nostro operato, del come abbiamo speso il
nostro tempo. Eppure di ogni minuto dovremo rendere strettissimo conto, di ogni
movimento della grazia, di ogni santa ispirazione, di ogni occasione che ci si
presentava di fare il bene.
La più lieve trasgressione della legge santa di Dio sarà presa in
considerazione. Poveri noi! Non sarà allora il caso di ripetere spaventati ed
atterriti del giusto giudizio di
Dio: "O monti, rovesciatevi; o terre, apritevi ed inghiottitemi, perché io tremo
alla presenza dell’Altissimo"
E se poi Dio dovesse pronunziare questa condanna: "Va’ servo infedele, al fuoco
eterno", sarà finita per sempre per noi, o meglio comincerà per noi un tempo
senza fine di atrocissime pene e d’incomprensibili spasimi.
Allora vorremmo richiamarci indietro un minuto solo del passato per riparare,
per espiare, staremmo contenti secoli e secoli in quel carcere orrendo purché
alla fine ci fosse concesso di ritornare sulla terra a far migliore uso del
tempo.
Eppure, una volta suonata la nostra ultima ora, cessati i battiti del nostro
cuore, tutto sarà finito per noi, ed il tempo di meritare e quello pure di
demeritare. Tali e quali la morte ci troverà, ci presenteremo a Cristo giudice.
I nostri gridi di supplica, le nostre lacrime, i nostri sospiri di pentimento,
che ancora sulla terra ci avrebbero guadagnato il cuore di Dio, avrebbero potuto
di noi fare con l’aiuto dei sacramenti da peccatori dei santi, oggi più a nulla
valgono, il tempo della misericordia è trascorso, ora incomincia il tempo della
giustizia.
Una parola sola, o meglio due sole, compendieranno tutto il nostro eterno
domani: "Mai, mai! Sempre, sempre!…". Mai, mai più potrai godere della dolce
visione di Dio; mai più avrai a tuoi amici la Vergine santissima e tutti i
santi; mai più al tuo fianco quell’angelo tutelare, ai cui costanti ed amorosi
richiami in vita fosti sordo e ribelle, mai più ti congiungerai a quelle persone
care che amasti sulla terra e di cui non avesti la forza di imitare la vita di
santità; mai più sarà data grazia a te di vedere Gesù sfolgorante di gloria ed a
te venire incontro, mostrandoti le luminose ferite delle sue sacre membra e del
suo adorato costato, da cui scaturì tutto il suo divin sangue per redimerti.
Ma tu lo calpestasti, quando tutto era in tuo possesso e tu potevi usufruirne
per te e per tanti peccatori come te. Ora una sola stilla tu chiedi ed invochi,
ma né oggi né mai ti sarà accordata. Sempre tu sarai in compagnia dei dannati,
il tuo occhio sarà terrorizzato dai più terrificanti spettacoli, le tue orecchie
dalle più inconcepibili ed orrende bestemmie, tutti i tuoi sensi martoriati in
senso indefinito e la tua anima, che non può vedere e godere Dio, infinito suo
bene, nella disperazione e nel dolore maledirà se stessa e Lui; e ciò sempre,
sempre!…
O Dio dell’anima mia, qual triste sorte mi aspetta, se io non mi decido a mutar
vita, a tesoreggiare il tempo che la vostra bontà mi concede!
Chi ha tempo, non aspetti tempo; non rimandiamo al domani, cioè che oggi
possiamo fare. Del bene di poi son riboccanti le fosse… Eppoi chi dice a noi
che domani vivremo? Ascoltiamo la voce della nostra coscienza, la voce del real
profeta: "Oggi se udirete la voce del Signore, non vogliate otturare il vostro
orecchio".
Sorgiamo e tesoreggiamo, ché il solo istante che fugge è in nostro dominio. Non
frapponiamo tempo fra istante ed istante.
Noi per divina grazia siamo all’alba di un nuovo anno. Quest’anno, di cui solo
Dio sa se vedremo la fine, deve essere tutto impiegato a riparare per il
passato, a proporre per l’avvenire. E a pari passi coi buoni propositi vadano le
sante operazioni.
Oh! sì, facciamo questo, che, dopo aver procurato a noi stessi l’eterna
beatitudine, rallegreremo il cuore dolcissimo di Gesù e saremo di sprone al bene
ai nostri fratelli, i quali, stimolati dal nostro operare, essi pure
cammineranno per la via della giustizia e dell’amore. Diciamo a noi stessi con
la piena convinzione di dire la verità: anima mia, incomincia oggi ad operare il
bene, ché nulla hai fatto fin qui. Facciamo sì che ci moviamo alla presenza di
Dio. Dio mi vede, ripetiamo spesso a noi stessi, e nell’atto che egli mi vede mi
giudica pure. Facciamo sì che egli non veda in noi sempre se non il solo bene.
Premuniamoci contro il mondo e le passioni che, quali belve feroci, attenteranno
al nostro eterno bene, e nella nostra debolezza non diffidiamo del divino aiuto.
Quel Dio, che ci siamo proposti di vedere e tener scolpito dinanzi alla nostra
mente, è sempre pronto a venirci in aiuto. Egli, sempre fedele nelle sue
promesse, vedendoci combattere da forti, manderà i suoi angioli a sostenerci
nella prova.
La palma della gloria non è serbata se non a chi combatte da prode fino alla
fine. Incominci dunque quest’anno il nostro santo combattimento. Dio ci
assisterà e ci coronerà di un eterno trionfo. Deo gratias.
Padre Pio da Pietrelcina
(Epistolario IV)