Si svolgerà il primo luglio, alle ore 10,00, salvo eventi o emergenze eccezionali, impreviste e imprevedibili, il rito di consacrazione e dedicazione della nuova chiesa fatta costruire dai Frati Minori Cappuccini a San Giovanni Rotondo su progetto dell’architetto Renzo Piano. L’annuncio ufficiale è stato dato poco fa nella chiesa conventuale “Santa Maria delle Grazie” da fr. Paolo Maria Cuvino, ministro provinciale della Provincia religiosa “Sant’Angelo e Padre Pio” nel corso di una solenne Concelebrazione Eucaristica da lui presieduta per ringraziare il Signore per l’ormai imminente conclusione dei lavori.
La notizia è stata accolta con evidente soddisfazione da tutti i fedeli presenti e anche dai frati concelebranti. Sta per terminare, infatti, una lunga e impegnativa impresa cominciata nel luglio 1994, caratterizzata da non poche difficoltà di ogni genere, per la quale i la Provincia religiosa cappuccina ha sfidato grandi rischi, confidando sempre nella Divina Provvidenza e nella generosità dei devoti del Santo, che non hanno mancato di sostenere l’iniziativa. Un sostegno che i frati auspicano continui fino al completamento dell’opera.
Al momento non sono ancora stati definiti altri dettagli della cerimonia e dell’evento, che saranno comunicati al termine della prima fase organizzativa.
Questa nuova chiesa è stata voluta dai Frati Minori Cappuccini quale segno visibile della gloria del Signore, manifestatasi in questo luogo attraverso la figura del loro confratello san Pio da Pietrelcina, e per offrire una più decorosa accoglienza alla moltitudine dei pellegrini che ogni anno giungono a San Giovanni Rotondo e che, in passato, sono stati costretti a fare anche molte ore di fila per entrare in chiesa.
Scheda sulla nuova chiesa
Progetto: architetto Renzo Piano;
Consulente liturgico: mons. CrispinoValenziano;
Committenza: Provincia religiosa “Sant’Angelo e Padre Pio” O. F. M. Cap.
Esecuzione dei lavori: società consortile a responsabilità limitata “Fabbrica della Chiesa”;
Direzione dei lavori: ing. Giuseppe Muciaccia.
I numeri
I lavori sono cominciati alla fine di luglio del 1994 e sono terminati a giugno 2004. Sono durati, pertanto, 10 anni.
Cemento armato: 30.000 mc.
Scavo in roccia: 70.000 mc.
Aula liturgica: 22 archi in pietra (17 portanti); 1320 blocchi in pietra di Apricena (900 mc.).
Vetrata: 60.000 Kg. di acciaio; 500 mq. di vetro.
Organo: 6.500 canne; 78 registri; 4 tastiere; 10 m. di altezza.
Il viale
Alla chiesa si accede attraverso un viale pedonale largo otto metri, rettilineo, affiancato da un doppio filare di cipressi, ai cui lati sono sorti terrazzamenti di aree a verde attrezzato per la sosta e il riposo dei pellegrini. Sono previsti anche due appositi parcheggi per disabili in agevole comunicazione con l’ingresso del nuovo Santuario.
La grande croce
Al termine di questo percorso, sulla loro destra, i pellegrini incontreranno una grande croce in pietra di Apricena, alta 40 metri, con una base di 2,5 metri per 2,5 metri e con uno spessore che si riduce progressivamente fino a 0,4 metri per 0,4 metri. E’ composta da 70 conci.
L’accoglienza
Superato l’ingresso comincia l’area di accoglienza dei pellegrini, dotata di ascensori riservati a disabili e infermi per raggiungere il livello della chiesa. I pellegrini vi troveranno un centro per le informazioni, una sala del pellegrino e una serie di servizi igienici. Nell’ambito di quest’area sono state realizzate tre aule per incontri, dibattiti e proiezioni, dotate di doppio ordine di posti (platea e galleria), rispettivamente con capacità di 249, 292 e 366 posti.
La cripta
E’ stata realizzata, come è tradizione, al livello sottostante il piano della chiesa in corrispondenza del presbiterio. Vi si accede dall’aula liturgica attraverso una scala, una rampa o un ascensore, ma anche dal sagrato, direttamente dall’esterno, mediante una scala. Ha una forma semicircolare di circa 500 metri quadrati che consentono una capienza di 370 posti a sedere. E’ coperta da un insieme radiale di volte coniche che convergono verso il “punto focale”. Il pavimento è stato realizzato con le stesse modalità dell’aula liturgica (vedi in seguito).
La penitenzeria
Accanto alla cripta è stata realizzata la penitenzeria. Si sviluppa su circa 700 metri quadrati, è interamente pavimentata con pietra di Apricena bocciardata, ha una volta costituita da sei coni. L’ambiente, interamente insonorizzato, ospita 31 confessionali (ciascuno composto da due box attrezzati in legno) ubicati sul perimetro, mentre la zona centrale sarà attrezzata con panche di legno per complessivi 200 posti.
L’aula liturgica
Ha la forma di una spirale di Archimede e si estende su una superficie di 5.700 mq. E’ caratterizzata da un doppio ordine di archi in pietra di Apricena, uno esterno e l’altro interno (per un totale di 22 archi), allineati su un unico centro geometrico, in prossimità del quale è stato realizzato un rialzamento a gradini sul quale è stato collocato l’altare dello scultore Arnaldo Pomodoro. In corrispondenza dell’altare, sotto un cono di luce che fora la copertura per illuminarla, è stata sospesa una particolare croce in bronzo dorato dello stesso scultore. Altro elemento scultoreo di rilievo è l’ambone, opera di Giuliano Vangi.
Gli archi, sfalsati fra loro di 10 gradi, sono progressivamente decrescenti in luce e altezza dal sagrato verso la cappella dell’Eucaristia. I piedi di estremità degli archi esterni definiscono il perimetro dell’aula.
Fra i maxi conci degli archi è inserita una piastra in acciaio inox a cui sono ancorati i puntoni in acciaio inox micropallinato, sui quali è stata montata la copertura, costituita da un complesso di travi radiali e tangenziali in legno lamellare. A queste travi sono connessi due ordini di tavolato in legno listellare, collegati e distanziati fra loro da una gabbia reticolare, anch’essa in legno. Le parti del tavolato inferiore delimitate dalla gabbia reticolare in legno sono state rifinite a intonaco di una tonalità intermedia fra il beige e il tabacco e costituiscono il “soffitto” dell’aula. Il tavolato superiore, invece, è disposto su nove falde che si susseguono l’un l’altra con salti di quota, rivestite da rame pre-ossidato.
Il piano di calpestio dell’aula liturgica è sopraelevato rispetto al sottostante solaio e nell’intercapedine così ottenuta è stata realizzata la canalizzazione dell’aria proveniente dalle centrali di trattamento e dei cavi elettrici. Per la pavimentazione è stato usato lo stesso tipo di elementi in pietra di Apricena del sagrato. La superficie del pavimento ha un andamento in leggera pendenza verso l’area presbiterale, in modo da assicurare la visibilità dell’altare da ciascuno dei settori virtualmente creati dagli archi.
L’aula liturgica avrà la capienza di 6.500 posti a sedere su 1.500 banchi in legno.
La Cappella dell’Eucaristia
Adiacente all’aula liturgica e prima della sacrestia sorge la Cappella dell’Eucaristia, collegata attraverso un percorso coperto sia alla prima che alla seconda struttura. Si estende su una superficie di 120 metri quadrati e garantisce 64 posti a sedere. Il tabernacolo è un’opera di Floriano Bodini. La “parete” di fronte al tabernacolo è costituita da un’ampia vetrata che, all’occorenza, sarà oscurata da un sistema di tendaggio su cui sarà dipinta una raffigurazione sacra del pittore Nicola De Maria.
La sacrestia
Costituisce la parte più bassa della conchiglia che si adagia sul sagrato. Ha una superficie di 550 metri quadrati ed è su tre livelli: il primo è la sacrestia vera e propria con capacità di accogliere contemporaneamente oltre 300 concelebranti, di forma triangolare, dotata di armadi su due muri e di servizi sul terzo, fra cui scala di accesso al livello inferiore, questo primo livello è integrato da un ballatoio di servizio e di attesa; il secondo e il terzo livello sono destinati esclusivamente ai servizi.
Il sagrato
Di struttura a forma triangolare con pendenza verso l’interno dell’aula liturgica, ha una superficie di circa 8000 mq. che consente di accogliere circa 40.000 fedeli. Si ricongiunge con il sagrato storico del Santuario “Santa Maria delle Grazie”. La pavimentazione è ottenuta con piccoli blocchi di pietra di Apricena bocciardata. Ben dodici fontane a velo, realizzate a nord, separano il sagrato dalla struttura del vecchio convento. Confluiscono in una piscina ottagonale che costituisce il fonte battesimale, dove il battesimo avverrà per immersione. Per questo l’intero complesso è stato denominato “Giordano”. Interrompono la continuità di questa enorme distesa bianca 21 alberi di ulivo.
Il colonnato e il campanile
Chi deve raggiungere il sagrato potrà incamminarsi sotto l’apposito colonnato che sorge all’immediata destra della grande croce. Si tratta di un percorso in salita, a gradini bassi, coperto da voltine in legno lamellare rivestite in rame e con una pavimentazione in pietra di Apricena bocciardata. Le prime nove colonne si elevano rispetto alle restanti per costituire il supporto alle otto campane di bronzo, ciascuna di tonalità diversa, fuse nella Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone (Cb). Su queste nove colonne sono state posizionate altrettante aquile scolpite da Mario Rossello.
L’arco principale
Dal sagrato si può ammirare in tutta la sua imponenza l’arco principale della chiesa. Si tratta dell’arco in pietra più grande del mondo, con una larghezza di m. 45,80 e un’altezza massima interna di m. 15,70. E’ chiuso da una grande vetrata, formata da oltre 100 infissi che compongono due strutture portanti: una esterna con apertura a finestre basculanti per permettere, quando sono in posizione orizzontale, la visione delle celebrazioni che si svolgono all’interno dell’aula liturgica; la seconda è composta da pannelli avvolgibili che, chiudendosi contemporaneamente, permetteranno l’oscuramento dell’aula, rivelando ai fedeli che saranno all’interno eventi dell’Apocalisse dagli Arazzi di Angers.
Il plinto centrale
Tutte le forze della chiesa e della cripta si scaricano su un pilastro centrale, su cui confluiscono tutti gli archi in pietra. E’ un pilastro enorme, con un diametro di 4,40 metri, che poggia su un plinto di fondazione con un diametro di 26 metri e profondo 6. Per realizzare questo plinto sono state necessarie 350 autobetoniere e 74 ore di lavoro ininterrotto.
Riepilogo degli arredi
Sulle colonne del campanile saranno collocate otto aquile in volo, ultima opera dello scultore Mario Rossello prima della sua morte.
L’ambone, luogo della proclamazione della Parola di Dio, è stato realizzato da Giuliano Vangi ed è stato situato a destra dell’altare. Dalla roccia di Apricena prendono vita le figure che riproducono in altorilievo l’annuncio della risurrezione. Lo scultore è un artista di fama mondiale: Giuliano Vangi, vincitore del Premium Imperiale (come l’architetto Piano) e unico ad avere una mostra non postuma agli Uffizi di Firenze.
Il tabernacolo è a forma di stele ottagonale con linea conica, alta tre metri e mezzo, in pietra nera lavica dell’Etna. La parte superiore è rivestita da formelle in argento sbalzate a mano, accomunate dall’unico tema: il mistero del pane eucaristico. L’opera è di Floriano Bodini, lo stesso che ha realizzato, tra l’altro, il monumento a “I sette di Gottinga” nella piazza del Parlamento di Hannover e la Porta Santa della basilica di San Giovani in Laterano per il Grande Giubileo del 2000. La stele poggia su un basamento di marmo, anche questo ottagonale.
Sull’altare, illuminata da un cono di luce naturale che filtra da un’apposita apertura della copertura, è stata sospesa una croce in bronzo dorato. E’ alta 2,40 metri e larga 20 centimetri in meno e ha una particolarità: non è piena, massiccia, ma formata da tanti cunei che simboleggiano i chiodi, e quindi la sofferenza, e che lasciano filtrare la luce dando anche l’idea della resurrezione e della gloria. Lo scultore che l’ha realizzata, Arnaldo Pomodoro, ha vinto il premio per la scultura alla Biennale di San Paolo, quello della Biennale di Venezia e anch’egli il Premium Imperiale. La sua croce è stata fusa presso la Fonderia Artistica Battaglia di Milano con una tecnica, detta “a cera persa”, che risale alla seconda metà del III millennio a. C. e che ha avuto la sua più alta espressione nel tardo Rinascimento con Benvenuto Cellini.
Lo stesso scultore sta realizzando anche l’altare.
Il portone in bronzo dell’ingresso liturgico, che si trova di fronte all’altare, è stato affidato allo scultore Domenico Palladino.
L’organo è stato ufficialmente presentato il 27 marzo 2000 a Foligno (Pg), dove ha sede la ditta che lo ha costruito: la Fabbrica artigiana Pinchi. Si tratta del più grande organo meccanico mai costruito in Italia. Ha il prospetto in rovere, la cassa in abete armonico, intarsi ed elementi decorativi in avorio di mammuth. E’ stato collocato sotto l’arco a sinistra dell’altare, diametralmente opposto all’arco centrale.
Immersa nel verde
La nuova chiesa è completamente immersa nella vegetazione tipica della zona di San Giovanni Rotondo. Sono stati piantati: 2.000 cipressi; 500 pini; 230 querce; 30 olivi; 400 corbezzoli; 550 mirti; 23.000 lavande e 50.000 edere. Tutta questa vegetazione sarà innaffiata da un impianto di irrigazione a goccia, per evitare sprechi di acqua.