“E’ impressionante vederla, non pensavo fosse così imponente”. Sono state queste le prime parole pronunciate dall’avv. Roberto Ruocco, assessore agli Affari Generali della Regione Puglia durante la conferenza stampa di presentazione della grande croce in pietra, collocata vicino all’ingresso della nuova chiesa progettata da Renzo Piano. Era la prima volta che Ruocco vedeva l’opera monumentale, anche questa disegnata dal famoso architetto genovese, realizzata grazie a un finanziamento della Regione Puglia di tre miliardi delle vecchie lire.
Ad esprimere all’Assessore la gratitudine dell’intera Provincia religiosa di “Sant’Angelo e Padre Pio” dei Frati Minori Cappuccini è stato il vicario provinciale, fr. Aldo Broccato, che ha anche sottolineato il duplice significato della croce “segno di travaglio, ma anche segno di vittoria”. Un’espressione che si è tradotta in augurio per un rapido completamento dei lavori di tutta la costruzione, che i Frati sperano di inaugurare entro la fine di quest’anno, “salvo imprevisti”, come è stato specificato.
Tra l’altro la generosità della Regione Puglia è diventata esemplare per altri enti pubblici: la Comunità Montana del Gargano ha già dato un contributo di circa 100 mila euro; c’è un impegno della Provincia di Foggia per finanziare la vetrata che chiuderà l’arco in pietra più grande del mondo e c’è la disponibilità per un contributo espressa dalla Regione Lazio.
Tuttavia questo complesso liturgico “canta la generosità e la fede del popolo minuto”, ha detto fr. Gerardo Saldutto, il frate delegato a seguire i lavori del cantiere, per spiegare come la stragrande maggioranza dei fondi utilizzati per la nuova chiesa derivano dalle offerte dei fedeli.
E’ stato lo stesso fr. Gerardo a illustrare l’andamento dei lavori. “Manca solo la pavimentazione dell’aula liturgica – ha detto – per la quale sono state di recente superate le notevoli difficoltà che si erano presentate e proprio questa mattina gli operai hanno cominciato la collocazione delle guide” per il posizionamento dei piccoli blocchi di pietra di Apricena che costituiranno il pavimento.
Le notizie più significative sulla grande croce sono state date dall’ing. Marco Muciaccia, che ha sostituito il fratello Giuseppe, che si trovava all’estero per altri impegni.
Alta 40 metri, la croce è composta da 56 blocchi di pietra che costituiscono la parte verticale e da altri 14 utilizzati per i bracci. Sono tutti “conci” compatti in pietra di Apricena, ad eccezione di nove, definiti speciali perché contengono all’interno delle piastre d’acciaio e colate di un materiale sintetico di sigillatura. Solo la base è stata realizzata in cemento armato. I blocchi, tutti differenti l’uno dall’altro, sono attraversati da cavi d’acciaio per conferire all’intera struttura la precompressione necessaria a resistere alle forze del vento e sismiche.
La croce ha base quadrata con lato di 2,5 metri. Ma lo spessore si restringe in altezza fino a 0,40 centimetri
Per l’assemblaggio dei blocchi è stato necessario dotare gli operai di un manuale, con le indicazioni a cui dovevano attenersi rigidamente. Basti pensare che il materiale di incollaggio, la “resina epossidica bicomponente”, doveva avere necessariamente uno spessore uniforme di appena tre millimetri. Per questo è stato necessario l’impiego di attrezzature meccaniche speciali, come la “cazzuola americana dentata” e di un ponteggio progettato specificamente per queste particolari esigenze di lavorazione.
Alla presentazione della grande croce sono intervenuti anche l’economo provinciale dei Frati cappuccini, fr. GianMaria Di Giorgio, il guardiano del Convento di San Giovanni Rotondo, fr. Giammaria Cocomazzi, e il titolare della ditta che sta realizzando la nuova chiesa, Pasquale Ciuffreda.