Il 20 Novembre abbiamo celebrato la Giornata dell’infanzia e dell’adolescenza , a ricordo di quel 20 novembre 1989 quando, con l’approvazione della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU, si sancirà il riconoscimento a tutti gli effetti dei diritti dei bambini. Ne abbiamo parlato con Don Domenico Facciorusso, Direttore della Caritas della Diocesi di Mnfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo e con la Dott.ssa Cristiana Cipollini, Field Officer dell’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) per mettere in risalto il tema dell’ accoglienza e dell’ integrazione dei minori presenti a Borgo Mezzanone , uno dei tre Campi Nazionali polifunzionali per l’accoglienza di quanti vivono il costoso e pericoloso “viaggio della speranza” verso le frontiere Italiane.Vi proponiamo alcuni stralci dell’intervista alla Dott.ssa Cipollini.
Lei è al Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo di Borgo Mezzanone dal 14 settembre scorso con il compito di monitorare l’accoglienza dei richiedenti asilo o rifugiati. Un’attività coordinata dall’UNHCR con il progetto “Presidium”, finanziato dal Ministero dell’Interno e dall’Unione Europea per favorire una gestione più efficace delle problematiche legate all’immigrazione irregolare. E’ una realtà nuova per lei o già avuto modo di vivere esperienze del genere? A dire il vero questa è la mia prima esperienza vissuta sul territorio nazionale. In passato ho lavorato con l’UNHCR all’estero. Dopo essermi resa conto delle varie necessità, insieme alla Caritas locale, abbiamo promosso l’iniziativa di inserire i minori nella scuola pubblica della borgata. Nel centro di Borgo Mezzanone ho incontrato 13 minori e tra questi nove in età scolare. Abbiamo vissuto tutti con grande emozione la festa che i bambini dei residenti hanno riservato ai loro nuovi compagni e la piena disponibilità della scuola ad accogliere i piccoli rifugiati. Il diritto allo studio appartiene a tutti i bambini, e la scuola di Mezzanone ha dimostrato non solo di condividere il principio secondo cui la diversità è una risorsa e non un problema ma altresì di comprendere che nella struttura ci sono persone che vogliono fondamentalmente pace e tranquillità e che ai figli di queste persone deve essere data l’opportunità di stare con i loro coetanei e di farsi meno carico possibile del peso che comporta la scelta dei rispettivi genitori.
Quali sono le difficoltà maggiori che subiscono i bambini rifugiati? Bisogna tener presente che i minori vivono in un contesto che non è adatto a nessun bambino. Vivono in un ambiente che non assomiglia per niente ad una casa. Sono stati staccati brutalmente, direi, dal loro contesto culturale, sociale…Sono bambini che fuggono da guerre, violenze, scontri…Fuggono da persecuzioni…. Provate, per qualche istante, a pensare ai traumi che questi bambini hanno subito… L’esperienza della scuola sicuramente servirà a restituirgli una certa serenità, famigliarità, tranquillità…elementi essenziali e fondamentali per ogni bambino.
I nostri bambini riescono a capire e a comprendere le difficoltà che gli ospiti del Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo vivono quotidianamente? Mi ricordo che il primo giorno di scuola è stata una vera festa: cartelloni, piantine delle varie nazionalità di provenienza…. I bambini sono bambini…. Per loro non esistono differenze culturali, di religione o del colore della pelle. La festa di benvenuto che gli alunni della scuola materna, elementare e media di Borgo Mezzanone hanno riservato ai nove bambini ospiti del CARA è il segnale evidente di come la comunità locale sia disponibile all’accoglienza e all’integrazione.
Che cosa possono dire o insegnare a noi adulti? Guardateci… Noi non innalziamo le barriere dell’indifferenza e della diffidenza. Ecco! I bambini sono l’immagine della pace e dell’armonia perché per loro, la parola discriminazione non esiste. Sui volti dei bambini del CARA abbiamo ritrovato quel sorriso e quella voglia di vivere che avevano perso. Questo è un segnale positivo e anche un segno concreto per dire che anche i bambini hanno qualcosa da insegnare al mondo degli adulti.