La sera del 5 maggio, nell’auditorium “Maria Pyle” del complesso architettonico della chiesa di San Pio da Pietrelcina, si è svolta la prima assoluta la lettura scenica del poema teatrale in cinque atti “Dialogo con Padre Pio”, scritto dal prof. Giovanni Dotoli, che da povero pastorello di Volturino, piccolo centro del Subappennino Dauno, è devenuto docente di Letteratura francese e di Francofonia ai Cours de Civilisatione française della Sorbonne, la prestigiosa università di Parigi, e anche di Lingua e letteratura francese presso l’Università “Aldo Moro” di Bari. Poeta, scrittore e autore teatrale, è stato insignito della Legion d’Onore ed è stato nominato commendatore nell’Ordre des Palmes académiques.
L’opera, riadattata e interpretata a cura del “Teatro dei Limoni” di Foggia, si articolava come una conversazione a quattro voci, tra Padre Pio (Leonardo Losavio), l’autore (Giuseppe Rascio), un albero di ulivo (Roberto Galano) e una donna (Enza Notarangelo). Ne è emerso un messaggio di speranza, sintetizzato in una constatazione, che il testo del prof. Dotoli ha posto sulle labbra del Cappuccino stigmatizzato: «Il bene viene da tutto, anche dal male». Una speranza che, alla fine della rappresentazione, si traduce in un’esortazione di incoraggiamento dello stesso personaggio: «La barca ci attende, la farà volare il vento di Gesù, sulla rotta di questa terra. La nostra anima è pronta, Gesù la spinge lontano, tra l’acqua del mare e il cielo azzurro».
Guarda la puntata di Frate Asino – incontro con il prof. Giovanni Dotoli
Il pubblico è stato condotto per mano, grazie alla bravura dei quattro lettori, a scoprire la sensibilità umana, teologica e filosofica di un Padre Pio posto al centro di un armonico rapporto con Dio, con gli uomini, con la natura e persino con il diavolo, che esce sempre sconfitto da ogni suo assalto. Il poema è il frutto di uno studio approfondito e di una lunga meditazione sul Frate vissuto a San Giovanni Rotondo, che l’autore ha fatto fin da quando era bambino, ed è l’espressione di una fede maturata nel costante confronto con la spiritualità del Santo originario di Pietrelcina. Non a caso le ultime parole, recitate insieme da tutti e quattro gli attori, sono state quelle di una preghiera, scritta come di atto di affidamento a Gesù e alla Madonna.
A sottolineare e a scandire le espressioni dei personaggi sul palcoscenico, sono state le musiche del compositore francese Étienne Champollion, eseguite al pianoforte elettrico dallo stesso musicista, giunto appositamente da Parigi.
La lettura scenica è coincisa con il 63° anniversario dell’inaugurazione di “Casa Sollievo della Sofferenza” e con il primo anniversario della morte dell’arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, mons. Michele Castoro, al quale il rettore del Santuario, fr. Francesco Dileo, intervenendo prima dell’inizio della recitazione, ha voluto dedicare l’evento.