Si celebra il 13 aprile in tutto il mondo la Giornata di preghiera per le vocazioni, il cui tema quest’anno è “Le vocazioni al servizio della Chiesa – Missione”. Benedetto XVI nel suo messaggio diffuso per l’occasione, ricorda con affetto e riconoscenza l’opera dei sacerdoti diocesani, dei religiosi e delle religiose di vita contemplativa e attiva. Sulle frequenze di Tele Radio Padre Pio ne abbiamo parlato con il Rettore del Seminario Diocesano “Sacro Cuore” dell’Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo don Salvatore Miscio di cui vi proponiamo alcuni stralci dell’intervista. Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, il Sommo Pontefice sottolinea che “quello delle vocazioni è il dono che la Chiesa invoca ogni giorno dallo spirito Santo”. Ma tutto ciò ha ancora senso in un mondo in cui gli affanni, le preoccupazioni, le frenesie della vita di tutti i giorni ci “rubano” l’oppurtinità di gustare la bellezza di quello che Gesù chiama “la parte migliore”: ossia il donarsi, il condividere, il silenzio, l’amicizia vera …. Sì, perché proprio in questo tempo di frenesia, di corsa, di grande fretta…una fretta senza meta, una fretta alla ricerca di risultati immediati abbiamo la missione di ricordare alla persone qual è la strada vera. Si tratta di una strada autentica, che a volte costa più fatica, che va cercata nel silenzio, che si costruisce passo dopo passo e senza clamore. Una strada che ci dona la felicità vera… è la strada che Cristo ci indica quotidianamente attraverso il suo vangelo. Il Centro Nazionale Vocazionale per questa occasione ha scelto come slogan: “ Corro per la via del tuo amore” . Esiste una profonda differenza tra “l’essere di corsa” , quindi tutti presi da questa terribile frenesia di cui parlavamo prima e “Correre per la via del tuo amore”, ossia il riconoscere che la via dell’amore è l’unica in grado di dare un senso profondo e totale alla nostra esistenza… Il correre del cristiano non è un correre di chi ha buona volontà, di chi ha un ideale…ma di chi ha il cuore dilatato da qualcun altro, da qualcuno che è capace di dilatarlo di così tanta energia e che l’unico atteggiamento naturale è quello della corsa. Ricordiamo, inoltre, le tante corse del vangelo. Le donne dopo aver scoperto Gesù risorto corrono…Pietro e Giovanni che corrono dopo aver saputo la notizia corrono verso il sepolcro vuoto..Così come tutti i personaggi che corrono ad annunciare di aver conosciuto il Messia o di aver ricevuto un gesto che li ha riempito la vita. Questo è il correre che chiede la vocazione perché il chiamato non è uno che crede scegliersi da solo una responsabilità per il mondo davanti a Dio e davanti agli uomini. Il chiamato è uno che si sente amato … e questo lo riempie così tanto che ha bisogno, urgentemente, di dirlo a tutti. Pensiamo a Maria che dopo aver ricevuto l’annuncio in fretta, ci racconta il vangelo, va verso sua cugina Elisabetta. La stessa cosa è per il chiamato che risponde con un sì generoso alla chiamata del Signore. In occasione di questa giornata qual è il consiglio, il suggerimento che ti senti di dare ai tanti giovani che stanno vivendo questo cammino di discernimento e alle loro famiglie….. Un augurio a tutti coloro che hanno già risposto con un sì generoso alla chiamata del Signore. Ai più giovani posso dire una cosa che ripeto spesso anche ai seminaristi che è il confrontarsi. Il confronto con gli adulti, soprattutto con gli adulti che vi vogliono bene: genitori, sacerdoti.. e tutte quelle persone che vivono con profondità la vita . Ai genitori dico cercate di stare attenti e pronti ai segnali che vi possono giungere dai vostri figli che sono alla ricerca della vera felicità. L’augurio che faccio a tutti è che i sogni possano sempre di più assomigliare alla volontà di Dio. Mi sono convinto in questi pochi anni sacerdotali, e in tanti anni di ricerca, che i nostri sogni sono una segnaletica importante per comprendere quello che il Signore vuole realmente da ciascuno di noi.
Maria Lucia e il miracolo di Matteo (Il Sabato del Convento 18 giugno 2002)
16 giugno 2002. In una calda giornata di inizio estate, in una gremita piazza San Pietro, un curvo e sofferente...