Il prof. Luigi Peroni di Roma è stato per tantissimi anni direttore dei gruppi di preghiera di Padre Pio e nel settembre del 1946, nel corso di un suo viaggio a San Giovanni Rotondo, ha conosciuto personalmente il frate di Pietrelcina. Ai microfoni di Radio Padre Pio, il signor Peroni ha raccontato la sua testimonianza.
Prof. Peroni come è arrivato a San Giovanni Rotondo e come è stato il primo incontro con padre Pio? Un giorno, un mio carissimo amico sacerdote, mi propose di fare un viaggio a San Giovanni Rotondo per incontrare un frate “in concetto di santità”, così come lo definiva lui. Una volta arrivati, fu nostra premura inserisci fra la gente che in rispettoso silenzio attendeva l’arrivo di Padre Pio. Io cercai di sistemarsi in luogo più appartato rispetto agli altri perché preferii “scrutare un po’ quelle persone che ritenevo un po’ fanatiche. Con esattezza mi collocai in un angolino della attuale “veccia sacrestia”. Appena padre Pio giunse fu subito circondato da persone di ogni età che cercavano di confidarli le loro problematiche. In quel momento pensai tra me e me: “Padre, se sei un santo dammi uno sguardo e una parola…”. Padre Pio stava cercando di raggiungere, attraverso la porta della sacrestia, il convento… ma all’improvviso si fece largo e inizio a guardarmi … mi fisso a lungo. In quel momento pensai: “ E’ una pura combinazione…” Allora ecco che padre Pio, con più insistenza, lasciò quelle persone e si diresse subito da me. Giunto a pochi metri di distanza disse: “Da dove vieni?” “Sono romano”, risposi io un po’ intimorito. “Civis Romanum Sum”, replicò Padre Pio. Subito dopo andò via. Quelle parole mi turbarono molto… Erano le stesse parole che io spesso ripetevo a me stesso per evidenziare che sono una persona molto testarda e difficilmente cambio opinione o idea su una persona e situazione… Questa titubanza mi accompagnò per tutto il giorno. Uscì fuori dalla sacrestia, sempre accompagnato dal mio amico sacerdote… C’era tanta gente in attesa di tornare in chiesa per partecipare alla santa messa presieduta dal Padre. Per caso incontrai una signora, maestra elementare, con al quale iniziai un lungo dialogo desideroso di conoscere altri particolari che riguardassero il frate cappuccino. Durante la nostra chiacchierata la signora mi disse: “Hai chiesto a padre Pio di diventare suo figlio spirituale? “ “Suo figlio spirituale?” risposi io…. E aggiunsi: “ Ma cosa significa?” La signora con molta pazienza mi spiegò che essere figlio spirituale di padre Pio significa mettersi sotto la sua protezione, seguire le sue indicazioni, le sue direttive, etc…. Terminata la nostra chiacchierata tornai di nuovo in chiesa per partecipare alla santa messa … il mio stato d’animo era sempre più confuso e avvertivo una sensazione di disagio spirituale…. Al termine della santa messa tornai di nuovo in sacrestia insieme a tanti altra gente per salutare padre Pio prima della nostra partenza. Ma in quel momento le parole della signora che avevo incontrato sul piazzale della chiesa mi tornarono in mente ed erano sempre più insistenti. Ricordo che padre Pio era circondato d circa dieci persone e non so come e non so perché mi feci coraggio, mi avvicinai e con un filo di voce dissi : “Padre, mi faccia diventare suo figlio spirituale”. Padre Pio interruppe il suo colloquio, si girò verso di me puntando un dito e disse: “Tu vuoi diventare mio figlio spirituale? Vieni qui che ti faccio diventare subito mio figlio spirituale”. Si tolse il cappuccio dalla testa, alzo fino al gomito le maniche del suo saio, come se dovesse lottare con qualcuno e iniziò a scuotere la mia testa da una parte e dall’altra. Al termine disse: “Ora sei diventato mio figlio spirituale…”. In quel momento non capii nulla di tutto ciò che stava accadendo e non ero a conoscenza delle stimmate di Padre Pio…. Ebbi la grazia di essere benedetto e toccato dalle sue mani piagate…”
Quali sono i ricordi più belli del suo incontro con padre Pio?
I ricordi sono tanti…. Ho avuto la possibilità di assistere e anche di servire come chierichetto alla celebrazione presieduta da padre Pio… sono ricordi che non si riescono a tradurre e a spiegare a parole… Presentava e leggeva la sacra scrittura in modo profondo e toccante… E poi la consacrazione… Si creava intorno a lui un silenzio impregnato di misticismo stupore: lui, con la mano alzata, presentava il corpo di Cristo al mondo e il suo sguardo umile e raggiante penetrava la particola bianca…. A noi dava l’impressione di percepire e vedere qualcosa che ai comuni mortali non è possibile vedere.
Da quel settembre del 1946 lei ha avuto altri ripetuti incontri….. Per ben ventidue anni … Partivo da Roma per scendere giù a San Giovanni Rotondo e incontrare padre Pio almeno ogni tre o quattro volte al mese. Si era creata una bella confidenza e amicizia con padre Pio. Trascorrevo lunghe giornate con lui tra la preghiera, momenti di ricreazione, confessioni… Ho avuto la fortuna di poter stare con padre Pio nella celletta n° 5 dove poi mi a confessato.
Come è iniziata la sua collaborazione con i gruppi di preghiera? E’ iniziata quasi per caso… Ho iniziato a scrivere degli articoli per la rivista di Casa Sollievo della Sofferenza, dove raccontavo appunto i miei incontri con il padre e non solo… poi collaborazione è diventata più assidua e familiare così ho ricevuto la proposta di consigliere nazionale dei gruppi di preghiera. Sapevo bene che i gruppi di preghiera li ha voluti padre Pio e io non potevo rifiutarmi di dare una mano
Che cosa rappresenta padre Pio per lei?
Padre Pio per me è tutto. Ho pianto per lui, cosa molto rara tenendo presente il mio carattere. Gli ho voluto molto bene. Quando mi serviva un aiuto materiale e soprattutto spirituale, lui era sempre pronto a starmi vicino e darmi dei suggerimenti che mi hanno aiutato tantissimo. E’ stato e continua ad essere una guida preziosa. A tutti rivolgo il mio accorato consiglio: abbiate fiducia in padre Pio, con molta semplicità. Padre Pio è un padre che provvede per tutti. Lui ha sempre avuto un’attenzione particolare per i bambini, i malati, le persone che soffrono nel corpo e nello spirito.