Il centro Italia ha vissuto, durante gli ultimi mesi, pagine di grande tragedia e difficoltà: il terremoto a cui poi si è letteralmente sommata, data la contemporaneità dei due fenomeni, l’immensa e catastrofica nevicata dello scorso gennaio, ha messo in ginocchio la vita economica e sociale di un territorio tra i più belli e carichi di cultura della nostra nazione.
Tante le iniziative di solidarietà che si sono attivate sin da subito per venire incontro a tutte le persone rimaste senza la loro casa, la loro famiglia, la loro storia e quindi la loro identità: volontari e soccorritori tra Vigili del fuoco, Protezione Civile, Croce Rossa, Caritas e tante altre associazioni, sono arrivati da tutta Italia adoperandosi in tutti i modi per portare il proprio specifico aiuto.
Papa Francesco ha fatto addirittura in modo che le mense della Caritas di Roma acquistassero i prodotti e gli alimenti dalle imprese in difficoltà, proprio per sostenere la ripresa economica del territorio.
Ancora molto si deve fare però a livello istituzionale. Centinaia di famiglie aspettano ancora gli alloggi provvisori in legno che, per la solita troppa burocrazia italiana, stentano ad arrivare. I bambini, in molti casi ancora non hanno adeguati spazi per attività di gioco e studiano in scuole fatiscenti e/o pericolanti, che tengono in pensiero i genitori e non lasciano trascorrere la vita con la dovuta spensieratezza ai piccoli. Ed è proprio per loro, per i più piccoli, che bisogna ancora fare tanto…bisogna far loro elaborare il dramma vissuto e così la sensazione di precarietà e instabilità derivanti dal trauma.
L’Ufficio Scolastico della Provincia di Teramo a tal proposito ha attivato il primo corso di formazione “A Scuola di Resilienza. Apprendere ed insegnare dopo una catastrofe”. Il percorso, rivolto agli insegnanti di ogni ordine e grado, ha lo scopo di ricontestualizzare la relazione educativa all’interno delle situazioni di emergenza e di post-emergenza che il terremoto ha generato.
Durante l’incontro di presentazione il Prof. Alessandro Vaccarelli dell’Università dell’Aquila ha detto “I bambini riescono a superare tutto, basta che abbiano un adulto solido accanto. Non bisogna mettere però nessun tappo alle emozioni, partire dalla scuola per ricostruire, è questa la parola chiave”.
Ad Amatrice sono già attivi corsi psicoeducativi per la formazione di insegnanti e genitori: stress e traumi, specie se ripetuti, vanno spesso a colpire l’orizzonte cognitivo ed emotivo soprattutto di chi e’ più vulnerabile e indifeso. Solo dopo un adeguato percorso si può essere in grado di “oltrepassare” un evento critico e tornare alla serenità.
A noi il compito di non lasciare mai sole queste popolazioni. Mai sole nel dolore, fisico, ma anche e soprattutto psicoemozionale. Una legge morale che nasce dentro ognuno di noi e deve spingerci ad una solidarietà autentica e concreta verso chi è in situazione di difficoltà e ci chiede un gesto, un sorriso, ma anche tanta profonda e reale vicinanza.