Mentre il Parlamento comincia a discutere sull’indulto, arrivano i dati più freschi sul volontariato penitenziario, cioè su coloro che entrano quotidianamente nelle carceri al servizio dei 56mila che attualmente affollano i 204 istituti di pena distribuiti sul territorio del nostro paese.
Sono circa settemila le persone che dedicano, del tutto gratuitamente, tempo ed energie per offrire aiuto concreto, occasioni di crescita personale, consapevolezza della propria dignità a una parte di società a cui di solito si cerca di non pensare: i detenuti.
“Grazie alla collaborazione tra Dipartimento Amministrazione Penitenziaria e Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, la Fivol ha condotto – ha spiegato ai microfoni di Radio Padre Pio Renato Frisanco, responsabile del settore Studi, Ricerche e Documentazione- una completa rilevazione sulla presenza del volontariato nelle carceri. Il dato numerico, settemila, significa una media di un operatore esterno ogni otto detenuti, anche se vi sono differenze significative tra le regioni. La Toscana, il caso migliore, ha un volontario ogni cinque reclusi; in Campania, all’opposto, il rapporto è di uno a ventinove.”
I compiti svolti sono i più varii. Si va dal sostegno psicologico e morale, realizzato sopratutto con il rapporto personale, all’assistenza materiale; dall’aiuto per le esigenze di formazione e di studio alle attività religiose.
“Tutto questo –ha concluso Frisanco- non può far dimenticare che il Ministero e le Regioni devono assolvere ai propri compiti, cioè mettere in atto la riforma finalizzata sia alla depenalizzazione che alla trasformazione del carcere in un luogo più umano. Oggi ci sono norme e strumenti tecnici per farlo.”
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La lettera del Ministro della religiosa provincia "Sant'Angelo e Padre Pio" Provinciale fr. Francesco Dileo in morte di Papa...