Troppo clamore intorno alle pensioni di anzianità e scarso interesse per la lotta all’esclusione e per le politiche sociali.
Il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza(C.N.C.A.) non condivide le priorità che il governo sembra aver definito nella stesura del Documento di programmazione economica e finanziaria.
“Ancora una volta –nota Lucio Babolin, presidente del C.N.C.A.– l’esigenza di far quadrare il bilancio pare aver completamente oscurato un dibattito approfondito sui diritti disattesi e i bisogni sociali dimenticati. E a subire le conseguenze di tale impostazione saranno soprattutto i due milioni di famiglie italiane che vivono al di sotto o ai limiti della soglia di povertà”.
Le comunità condividono l’esigenza di determinare e definire garanzie universali per poi sostenere in maniera differenziata soggetti e individui che hanno risorse diverse: “le fasce più deboli devono godere di maggiore attenzione sia nelle politiche fiscali sia nei servizi alla persona”, chiarisce Babolin.
Infine, il C.N.C.A. chiede al governo quali interventi siano stati pensati per creare occupazione per i soggetti svantaggiati, soprattutto nel Mezzogiorno.
“La classe politica dovrebbe comprendere –conclude Babolin– che la lotta alla povertà e all’esclusione è un grande investimento per il paese, e non la palla al piede dello sviluppo”.