Quando si esce dal carcere, sopratuutto dopo aver scontato una lunga pena, il mondo non appare certo meraviglioso, come quello fatato di Alice. Ma la Cooperativa sociale Alice , che lavora nei penitenziari di San Vittore e Opera, prova a rendere meno difficoltoso l’inserimento al lavoro e nella società.
“ La Cooperativa Alice – ha dichiarato Luisa Della Morte , responsabile della Cooperativa, ai microfoni di Tele Radio Padre Pio – è stata costituita nel gennaio 1992 per iniziativa di alcune persone detenute e con la collaborazione di un gruppo di volontari allo scopo di offrire una possibilità di lavoro alle allieve qualificate in occasione del corso di sartoria teatrale che la Regione Lombardia – promuoveva presso la casa circondariale di Milano.
In locali concessi dalla Direzione del carcere è stato allestito un laboratorio nel quale sono stati prodotti costumi teatrali per conto del Teatro alla Scala, la RAI, le reti Mediaset, ma anche manufatti di tipo industriale ed artigianale.
Nel dicembre 1996 è stato fondato un secondo atelier- esterno del carcere – allo scopo di consentire alle socie ex detenute e a quelle ammissibili al lavoro esterno di poter proseguire l’attività lavorativa.
Questo fatto ha notevolmente favorito lo sviluppo della Cooperativa, infatti la presenza di un luogo fisico in cui operare dotato di strumenti di comunicazione “con l’esterno” ha notevolmente migliorato l’organizzazione del lavoro. Inoltre la necessità di far fronte alle spese di gestione ha da una parte incentivato la crescita dell’attività produttiva (accentuando il carattere “aziendale” dell’associazione) e dall’altra ha favorito la ricerca di partner e contributi economici anche nell’Amministrazione Pubblica che ha di fatto riconosciuto l’utilità sociale della Cooperativa stessa.
Nel 1999 la Cooperativa ha aperto un nuovo laboratorio di sartoria presso la Casa di Reclusione di Opera che vede attualmente impegnate 8 persone nell’attività di formazione.
In poco meno di 8 anni d’attività, nel laboratorio di via Solari hanno avuto la possibilità di lavorare 12 donne ex-detenute, 15 persone ammesse al lavoro esterno e diverse donne inviate dall’Assessorato ai servizi sociali.
Ciò è stato possibile anche grazie alla disponibilità della Direzioni degli Istituti penali e del Tribunale di sorveglianza di Milano che ha sino ad ora accolto tutte le richieste di misura di pene alternative alla detenzione avanzate a favore di socie della Cooperativa”.