La Giornata della Vita Consacrata che si celebra ogni anno il 2 febbraio Festa della Presentazione di Gesù Bambino al Tempio, è per la Chiesa tutta l’occasione per lodare e ringraziare il Signore per il dono di coloro che hanno consegnato a Dio al propria vita. Ma cosa rappresenta nella Chiesa la Vita Consacrata? Lo abbiamo chiesto a Madre Giuseppina Alberghina, Vice presidente dell’USMI (Unione delle Superiore Maggiori d’Italia) e a Padre Mario Aldegani, Presidente della Conferenza Italiana Superiori Maggiori (C.I.S.M.) ospiti di Radio Padre Pio nel corso del programma “Di Terra e di Cielo”
Madre Giuseppina che cos’è l’U.S.M.I e di cosa si occupa?
Nel 1950 quando cominciavano ad imporsi le prime sollecitazioni per un rinnovamento degli Istituti religiosi femminili fu organizzato per incoraggiamento di Pio XII, il Primo Congresso Generale sugli Stati di perfezione. Infatti fu questo Pontefice che, con il profetismo a lui congeniale, emanò la Costituzione Apostolica “Sponsa Christi, un documento importante per la riflessione e il cammino delle Congregazioni femminili tutte. In questo contesto di rinnovamento è nata nel 1950, l’attuale Unione delle Superiore Maggiori d’Italia – USMI . In sintesi l’USMI intende offrire un servizio alla vita religiosa apostolica femminile nel suo essere e nel suo operare, con attenzione particolare all’evolversi del tempo, della società e pertanto delle variegate situazioni che possono richiedere riflessione, studio, approfondimento, nonché coraggio e competenza. E così camminare insieme guidate dallo Spirito, nella Chiesa, ma sempre in piena fedeltà al proprio carisma originario.
Perché è stata scelta come data il 2 febbraio e che cosa rappresenta la Vita Consacrata?
Il 2 febbraio la Chiesa fa memoria del giorno in cui Gesù, primogenito del Padre e della Famiglia di Nazaret, compie la sua offerta al Tempio di Gerusalemme e sottomette tutta la sua esistenza al Padre. Allo stesso modo in questo giorno per noi consacrate significa rinnovare la nostra offerta costante a Dio per la salvezza del mondo. L’U.S.M.I. in questi ultimi anni si è preoccupata di servire il Vangelo della speranza, aiutando le religiose a recuperare quelle radi fondamentali della vita cristiana e quindi della vita consacrata. Ma credo che anche i laici siano chiamati a vivere questa giornata accompagnandoci con la propria preghiera. Bisogna chiedere al Signore che non faccia mancare alla sua Chiesa il dono delle vocazioni.
Il Santo Padre Giovanni Paolo II nell’introduzione all’esortazione apostolica Vita consecrata, afferma che si “ è toccato con mano l’universale diffusione della vita consacrata, presente nelle Chiese di ogni parte della terra. Essa stimola e accompagna lo sviluppo dell’evangelizzazione nelle diverse regioni del mondo, dove non solo si ricevono con gratitudine gli istituti provenienti da fuori, ma se ne costituiscono di nuovi, con grande varietà di forme e di espressioni”. Camminare in comunione porta anzitutto ad apprezzare di più il dono della vita fraterna.
“Ed è proprio così. Nel 1950 – racconta padre Mario – fu suggerito agli Istituti religiosi di unirsi e di organizzarsi collettivamente, sia a livello nazionale che internazionale, per realizzare insieme il rinnovamento e l’aggiornamento della vita religiosa. Unioni di vario genere a diversi livelli, alcune già avviate da tempo, sorsero ben presto in tutta la Chiesa. A livello di Superiori Maggiori d’Italia l’idea di costituirsi in Conferenza maturò nel 1957. Nel mese di marzo, per desiderio della S. Congregazione dei Religiosi e degli Istituti Secolari e su invito del Presidente dell’Unione Romana dei Superiori Generali si costituì a Roma, il Comitato di Padri Provinciali, con lo scopo di promuovere lo studio dei problemi comuni e il coordinamento delle attività tra gli Istituti religiosi.
Padre Mario quali sono i temi di questa giornata?
Lo scopo di questa giornata è triplice e ci invita a riflettere su tre aspetti. In primo luogo il Papa ci ha detto chiaramente che la Chiesa deve esprimere il bisogno di lodare più solennemente il Signore e ringraziarlo per la vita consacrata. Non dobbiamo mai dimenticare che la vita consacrata, prima di essere impegno dell’uomo, è dono che viene dall’Alto. In secondo luogo, questa Giornata ha lo scopo di promuovere la conoscenza e la stima per la vita consacrata da parte dell’intero popolo di Dio. Il terzo motivo riguarda direttamente le persone consacrate, invitate a celebrare le meraviglie che il Signore ha operato in noi, avendoci chiamati, pur nella nostra fragilità, a servire il Signore e i fratelli per partecipare attivamente alla vita di Gesù Cristo con la nostra preghiera e testimonianza. La Chiesa ha bisogno di sacerdoti santi, di consacrati santi, di laici santi.
Quindi la giornata della Vita Consacrata ci invita non solo a ringraziare il Signore per il dono delle vocazioni, ma anche a chiedergli che la Chiesa sia formata da sacerdoti, religiosi, religiose e laici santi?
Certo! Credo che questo sia un aspetto molto importante. Ripeto: la stima per la vita consacrata è fondamentale. L’appello che rivolgo a tutte le persone in ascolto è: grazie. Grazie per la vostra preghiera. La preghiera è una grande forza. In tanti momenti del mio ministero sacerdotale ho sperimentato la forza della preghiera di tante persone che mi hanno sostenuto e aiutato proprio con la semplice e umile preghiera scaturita dai propri cuori. Mi auguro che questa giornata di preghiera e di riflessione aiuti le Chiese particolari a valorizzare sempre di più il dono della vita consacrata.