E’ stata inaugurata domenica 13 giugno e resterà aperta fino al 20 giugno ad Artena la Settimana di Solidarietà organizzata dalla Parrocchia di S.Maria di Gesù e dal Comitato dei festeggiamenti S.Antonio da Padova, in occasione della festa del Santo e dedicata ai ragazzi di strada della Cites Jeunes, una importante opera realizzata dai Salesiani di Don Bosco e dal VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) a Bujumbura Burundi. Il VIS si ispira ai principi cristiani e particolarmente al carisma di Don Bosco. Madrina dell’evento: Claudia Koll, testimonial del VIS.
Sulle frequenze di Radio Padre Pio, nella rubrica dedicata al mondo del volontariato e della solidarietà abbiamo ospitato Claudia Koll che ci ha raccontato la sua testimonianza.
– Come nasce l’iniziativa di questa Settimana di solidarietà?
E’ una settimana i cui proventi andranno ad una missione in Africa in Burundi e con esattezza a Bujumbura che la capitale. La missione si chiama La città dei giovani dove vengono recuperati i ragazzi di strada. Sono bambini che si sono persi durante gli spostamenti delle famiglie a causa della guerra civile purtroppo in corso in Burundi.
Ma sono semplicemente anche bambini poveri o diventati poveri a causa della guerra. E’ una missione molto bella, gestita da un padre brasiliano che cerca di recuperare questi ragazzi con l’amore e attraverso l’arte. Infatti hanno costituito un gruppo di artisti. Alcuni sono acrobati, altri musicisti, altri ancora cantanti etc?.. Con il loro numero Africa Anima Mundi girano per il paese portando un messaggio di speranza e di pace e per dire no alla guerra.
– L’attenzione verso gli altri con lo scopo fondamentale della Settimana di Solidarietà.
Con la mia esperienza mi sono resa conto che la solidarietà non può essere virtuale, la vera solidarietà non può essere virtuale. La vera solidarietà è portare la croce con l’altro, sporcarsi le mani e non solamente dare un piccolo contributo per quanto importante possa essere.
Per parlarne e attivarsi per aiutare chi si sta sporcando le mani significa in qualche modo cominciare a sensibilizzarsi ai problemi degli altri. Mi auguro che la solidarietà °orti alla conversione del cuore che va al di una semplice raccolta fondi.
– Cluadia Koll testimonial del VIS. Come nasce questa collaborazione?
Il Presidente del VIS, Antonio Raimondi, un giorno mi ha voluto incontrare e mi ha proposto di diventare testimonial. Un incontro nato dalla scelta di credere nei medesimi valori etici e dalla condivisione della certezza che possibile costruire un mondo più giusto e aiutare chi nella sofferenza per garantire ad ogni essere umano un futuro dignitoso e sostenibile.
Ho avuto la possibilità di fare diversi viaggi in Etiopia e un viaggio in Burundi e mi sono sentita di essere un po portavoce di questi missionari fantastici che ho incontrato. Ho cercato di fare, nel mio piccolo, una campagna di sensibilizzazione attraverso i video che sono stati registrati, le interviste, la dove mi veniva data la possibilità in qualche modo, di far conoscere ciò che avviene dall’altra parte del mondo. Esiste, purtroppo, una profonda ingiustizia: persone ricche che continuano ad arricchirsi e persone povere e popoli che diventano sempre più poveri.
– Mi ha colpito in modo particolare l’espressione che ha detto: Non bisogna fare solidarietà solo in modo virtuale? Tra le tante realtà povere che ho incontrate qual immagine che le viene sempre in mente?
Sicuramente gli occhi di questi bambini denutriti dell?Etiopia che ti guardano stupiti, perchè stupiti anche della loro stessa situazione. Quando si parla di fame nel mondo per me non si parla di numeri, così come molte agenzie e realtà sono abituati a fare, ma bensì gli occhi, di persone, di volti di bambini che ho incontrato e che ti lacerano dentro.
Poi ho avuto la possibilità in Burundi di fare un’esperienza terrificante. Ho sperimentato i primi colpi di coloro che sparavano all’impazzata. Ero cosciente del fatto che era in corso la guerra civile, però non mi aspettavo di sentire sparare dalle colline. Non ho avuto paura per me poichè mi sentivo protetta essendo ospite della missione, ma nemmeno mi aspettavo di sentire sparare nelle colline. Ho capito che la morte era pronta a colpire. Con la paura nel cuore ho immediatamente invocato la presenza di Colui che è il principe della pace perchè possa tornare a regnare la pace.
– La Settimana di Solidarietà diventerà un appuntamento annuale per testimoniare un sentimento di amore con l’augurio che possa coinvolgere tante persone e affinchè possa essere un primo passo verso la costruzione di un mondo migliore. Qual è il consiglio da dare ai nostri radio ascoltatori perchè sappiano donarsi agli altri con generosità senza pregiudizi?
Bisogna semplicemente aprire il cuore al bisogno degli altri. Al di dell’Africa ci sono poveri e bisognosi di altre cose. Ad esempio il vicino di casa, l’anziano, l’ammalato e tanti altri poveri che aspettano il nostro aiuto, una semplice stretta di mano oppure un piccolo sorriso perchè possano tornare a sognare e a sperare in un futuro migliore. Abbiamo tutti bisogno di amore e abbiamo soprattutto bisogno di scambiarci amore l’uno con l’altro. Dobbiamo essere attenti ai bisogni dell’altro. Solo attraverso l’amore, il perdono si riesce a stare in pace con gli altri. Va bene la solidarietà per l’Africa, ma bisogna accorgersi del povero immigrato o della persona accanto etc?. La nostra vita acquista un senso più importante se ci mettiamo al servizio degli altri. In passato facevo volontariato e solidarietà ma in modo diverso, perchè con la fede e attraverso la fede tutto acquista un significato diverso e profondo. Con la fede si superano montagne e si superano i propri interessi e i propri egoismi. Ci si dona all’altro e si diventa strumento dell’amore di Dio.
Questa è la vera solidarietà.